Una speranza per Israele dai giudici dell’Aja (internazionale.it)

di HaaretzIsraele (Traduzione di Federico Ferrone)

Ogni israeliano onesto dovrebbe essere 
felice delle notizie arrivate il 5 
febbraio dall’Aja: 

la Corte penale internazionale (Cpi) ha la giurisdizione d’indagare sui presunti crimini di guerra commessi da Israele nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania. Finalmente, dopo 53 anni.

È vero che la strada per perseguire i colpevoli è ancora lunga e forse impraticabile, ma un nuovo linguaggio – che sarà impossibile ignorare – si sta facendo strada nel dibattito vanaglorioso e arrogante d’Israele, un paese che se ne infischia del diritto internazionale.

Non pochi, nell’establishment militare e politico israeliano, cominceranno a sudare nei mesi a venire. Avvocati esperti saranno assunti per difenderli. Alcuni di loro avranno paura di viaggiare all’estero nel timore di essere arrestati. Sono buone notizie. Forse in questo modo cominceranno a pensare alle loro azioni in modo diverso.

Forse la paura di essere processati li limiterà in futuro. Forse alle prossime elezioni un candidato “centrista” come Benny Gantz non si vanterà del numero di tombe in Libano di cui è responsabile. Forse un altro candidato “centrista” come Moshe Ya’alon, che ha assassinato Khalil al Wazir (Abu Jihad) nel suo letto e che, come ministro della difesa, ha condotto l’operazione Margine di protezione nella Striscia di Gaza nell’estate del 2014, comincerà a vergognarsi almeno un po’ delle sue azioni.

La preoccupazione espressa dopo la decisione – e cioè che l’inchiesta potrebbe avere un effetto dissuasivo sull’esercito israeliano, che scoraggerebbe gli ufficiali dall’intervenire negli insediamenti in Cisgiordania e forse li spingerebbe a pensarci due volte prima di bombardare Gaza – non è paura, ma l’inizio della speranza … leggi tutto

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