Ad aprile scade il loro contratto biennale, Di Maio aveva promesso che li avrebbe stabilizzati, ma non sono stati fatti passi in avanti.
«Se le cose restano così», dicono, «anche una proroga è del tutto inutile. L’esperienza che abbiamo acquisito in questi due anni deve essere valorizzata all’interno di una riforma delle politiche attive vera»
Era l’estate del 2019. Dopo aver superato il concorsone da cento domande in cento minuti, i quasi 3mila navigator vincitori venivano riuniti all’Auditorium di Roma per la convention motivazionale del “kick off”, il “calcio d’inizio”. Il presidente di Anpal (Agenzia nazionale delle politiche attive del lavoro), l’italoamericano Mimmo Parisi da poco arrivato dal Mississippi, parlò dell’incontro tra lui e l’allora ministro del Lavoro Luigi Di Maio come «un atto di dio». E il leader grillino diede la benedizione ai neoassunti definendoli come «i nuovi alfieri del lavoro».
Due anni e mezzo dopo, i 2.700 navigator sono diventati insieme il simbolo e il capro espiatorio del fallimento delle politiche del lavoro grilline. E il 9 febbraio sono scesi in piazza, da Napoli a Milano, perché stavolta a rischio ci sono i loro contratti co.co.co da 1.700 euro al mese (più rimborso spese di 300) che scadono a fine aprile.
Nel 2019, a poche settimane dalle elezioni europee, Di Maio aveva assicurato che li avrebbe stabilizzati tutti in Anpal Servizi (la società in house dell’agenzia Anpal che li ha assunti). Nell’ultima legge di bilancio il grillino Claudio Cominardi aveva proposto due emendamenti, poi bocciati, per prolungare i contratti. E ora Parisi, in bilico nella futura maggioranza Draghi, propone almeno di prorogarli per un anno.
Il destino di questo esercito di laureati, usati come strumento della propaganda grillina che prometteva di «rivoluzionare» il mercato del lavoro, è appeso a un possibile emendamento al decreto Milleproroghe. Loro, nel frattempo, hanno messo in piedi pure un sindacato: Anna, Associazione nazionale navigator. E alla vigilia della mobilitazione, Cgil, Cisl e Uil hanno incontrato la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, che si è impegnata a porre la priorità del rinnovo del contratto al suo successore nel futuro governo.
Ma la richiesta è tutt’altro che condivisa dalla maggioranza composita che si sta creando … leggi tutto