di Davide Colombo e Marco Rogari
Nell’agenda del premier è già segnata in bella evidenza una scadenza che non potrà essere aggirata:
è quella del 31 dicembre 2021, quando si esaurirà la sperimentazione triennale di Quota 100. Lo scalone sarà evitato. Tra le opzioni: nuove soglie, coefficienti e un Testo unico
È stata la grande assente dal programma su cui Mario Draghi ha chiesto la fiducia alle Camere per il suo nuovo governo. Forse anche perché nella vasta e variegata maggioranza che sostiene l’esecutivo le scuole di pensiero sulla previdenza sono, in alcuni casi, molto distanti tra loro.
Ma la riforma delle pensioni non sarà solo un convitato di pietra dei tavoli tecnici e politici su cui si giocherà la partita dell’uscita dalla crisi e della “ricostruzione” del Paese che il presidente del Consiglio ha fissato come obiettivo prioritario, insieme all’accelerazione e al rafforzamento del piano-vaccini, nella road-map tracciata per i prossimi mesi.
Nell’agenda del premier è infatti già segnata in bella evidenza una scadenza che non potrà essere aggirata: è quella del 31 dicembre 2021, quando si esaurirà la sperimentazione triennale di Quota 100. E per evitare che il temuto “scalone” si trasformi in un trappola, per i lavoratori ma anche per il governo, Draghi sa bene che dovranno essere adottate per tempo le necessarie contromisure.
Non a caso nel giro di consultazioni che lo hanno poi portato a sciogliere la riserva il premier avrebbe indicato una tappa sicura nella rotta da seguire: lo stop a Quota 100, come ha rivelato nei giorni scorsi il capogruppo del Carroccio a Montecitorio, Riccardo Molinari … leggi tutto