di Gregorio Dimonopoli
Questo triste figuro della politica italiana ha deciso di continuare sulla strada dell'inaffidabilità.
A tratti ricorda un altro famoso coniglio che si aggira da anni nelle cronache più o meno parlamentari, Gianni Cuperlo, anch’egli capacissimo di trinciare valutazioni ed esprimere giudizi, raramente richiesti ed attesi, sulla situazione del Paese, avendo però una cultura ed uno stile che ingannano i meno attenti.
Ambedue un tratto hanno in comune: la codardia. Sono sempre stati infatti restii a metterci veramente la faccia, ad assumersi responsabilità di alcun genere, mantenendo una sorta di verginità che li ha sempre messi al riparo da veri confronti, dall’accettare critiche rivestendo un qualsiasi ruolo governativo.
L’ultimo esempio di questa vernice di ipocrisia è spennellata da Fratoianni in un’intervista delirante che rimesta in ogni occasione che gli viene concessa la bugia che il MES, rivendicato da Matteo Renzi, sia stata una scusa per chissà quali sordidi scopi. Mente e molto, ma non tutti sono polli come crede. Il semestre trascorso invano per soccorrere economicamente la nostra sanità in emergenza viene cinicamente snobbato e fintamente dimenticato. La sua contrarietà a questa risorsa l’ha sempre parificato ai deliranti strilli fascisti di Giorgia Meloni, falsificando una presunta caduta dell’Italia sotto una troika di greca memoria.
Il MES infatti avrebbe richiesto un solo aggravio di interessi pari allo 0,01% diluibili in ben dieci anni. Intanto le corsie degli ospedali e le camere mortuarie scoppiavano. No, caro ciarlatano, le cose non stanno così adesso: nessuno delle persone serie ha fatto marcia indietro o che peggio ci sia stato un complottismo organizzato alle spalle del maggiordomo di Palazzo Chigi. La nomina di Draghi al posto della presunta “vittima” ha invece inevitabilmente scatenato la credibilità italica da parte delle borse e della finanza internazionali con un primo risultato nel crollo dello spread, teso a scendere ulteriormente nelle prossime settimane e mesi.
Da ciò ne consegue l’eventuale possibilità, mai vista prima da tanti anni, di emettere titoli di Stato ad interessi bassissimi. Il MES resta sempre lì, ma con il prossimo arrivo degli altri finanziamenti europei non se ravvisa un suo utilizzo immediato. Teniamo altresì conto anche dell’importante endorsement lanciato da Morgan Stanley in questi giorni che colloca l’Italia come come comparto finanziario d’investimento importante, altra scena decisamente inedita.
Quel semestre disastroso però resta sempre lì con tutte le sue vittime e sanitari stremati grazie a lui e ai suoi degni ed ignoranti compari pentastellati. Malafede ed incompetenza riunite in un abbraccio mostruoso, che speriamo di esserci lasciate alle spalle.