di Kyle Harper (Questo testo è la traduzione italiana di un articolo precedentemente uscito su Aeon)
Il crollo dell’Impero romano ha molto da insegnarci sui possibili esiti e rischi del cambiamento climatico
Prima o poi a qualunque storico che si occupa dell’antica Roma viene chiesto a che punto siamo, oggi, rispetto al ciclo del declino di Roma. Gli storici potrebbero inorridire di fronte a questi tentativi di applicare la storia, ma, anche se questa non si ripete né si presenta con delle lezioni morali, può aiutarci ad approfondire il significato che diamo all’umanità e quanto siano fragili le nostre società.
A metà del secondo secolo, i romani controllavano una parte enorme e geograficamente varia del globo, dalla Gran Bretagna settentrionale ai confini del Sahara, dall’Atlantico alla Mesopotamia. La popolazione, generalmente piuttosto prospera, aveva raggiunto i 75 milioni di abitanti. Alla fine, tutti gli abitanti liberi dell’impero arrivarono a godere dei diritti di cittadinanza romana.
Non c’è da stupirsi se lo storico inglese Edward Gibbon, nel XVIII secolo, giudicò quest’epoca come la più felice nella storia della nostra specie – eppure oggi è più probabile che proprio l’avanzata della civiltà romana abbia involontariamente piantato i semi della sua scomparsa … leggi tutto