In vigore il regolamento europeo sugli investimenti sostenibili. «Un passo importante, ma troppo timido».
Per la presidente di Banca etica la finanza etica è ben altro
Sostenibilità. Un termine che può avere mille interpretazioni, mille applicazioni, mille sfumature. Se lo caliamo nel mondo della finanza, però, e parliamo quindi di “finanza sostenibile” è necessaria un po’ di chiarezza. Perché si parla di soldi (tanti), quelli del comparto degli investimenti sostenibili, e perché si parla di futuro del Pianeta.
Lo dice la Commissione europea, che da 3 anni sta lavorando proprio al tema della finanza sostenibile, che, parole sue, permetterà di veicolare i capitali privati verso un’economia low carbon. L’unico modo, sempre a detta dell’Ue, per cambiare l’economia e salvare il Pianeta.
Ora siamo arrivati a un punto cruciale. È entrato in vigore (il 10 marzo 2021) il primo regolamento europeo (Regolamento (UE) 2019/2088, che stabilisce come gli operatori finanziari devono rendicontare gli investimenti sostenibili) adottato nell’ambito dell’ambizioso Piano d’azione per la finanza sostenibile stabilito nel 2018 dalla Commissione europea.
Una buona notizia? Una vera svolta? Diciamo piuttosto «un primo passo importante, ma troppo timido. Per rilanciare l’economia, proteggere il Pianeta e favorire la coesione sociale serve una finanza realmente etica». Questo è il parere di Anna Fasano, presidente di Banca Etica.
L’abbiamo intervistata e ci ha spiegato meglio perché una realtà come Banca Etica, che da oltre 20 anni fa di tutto per affermare i temi della finanza etica, di fronte a un interessamento così forte da parte della Commissione europea, festeggia, ma non troppo … leggi tutto