Studio su Nature Geoscience: “L’aumento delle temperature globali oltre 1,5 gradi potrebbe portare le regioni tropicali ai limiti della vivibilità umana” (valigiablu.it)

Se i governi non riusciranno a frenare l’aumento 
delle temperature globali entro 1,5° C, le aree 
della fascia tropicale su entrambi i lati 
dell’equatore rischiano di diventare invivibili 
per l’uomo. 

È quanto emerge da uno studio pubblicato su Nature Geoscience da un gruppo di ricerca dell’Università di Princeton.

I ricercatori hanno preso in esame dati storici e fatto diverse simulazioni per determinare come potrebbero cambiare le temperature e l’umidità man mano che il pianeta continua a riscaldarsi e hanno scoperto che in una fascia tra le latitudini 20 gradi nord – una linea che attraversa Messico, Libia e India – e 20 gradi sud – Brasile, Madagascar e le regioni settentrionali dell’Australia – l’aumento del calore e dell’umidità potrebbero avere conseguenze potenzialmente mortali sulla popolazione che abita quelle aree ben prima che le temperature globali si innalzino di 1,5° C rispetto all’era pre-industriale.

Per le loro analisi il team di ricerca ha utilizzato il valore della temperatura del bulbo umido, chiamata così perché misurata da un termometro con il bulbo avvolto in un panno umido, in grado di simulare il raffreddamento della pelle negli esseri umani attraverso l’evaporazione del sudore.

La regolamentazione del calore corporeo dipende, infatti, dalla temperatura e dall’umidità dell’aria circostante. Il nostro corpo ha una temperatura che resta relativamente stabile intorno ai 37° C, mentre la nostra pelle è più fresca per consentire al calore di fluire dall’interno del corpo. Ma se un ambiente è troppo umido, se la temperatura del bulbo umido supera i 35° C, i nostri corpi non riescono a rinfrescarsi attraverso l’evaporazione del sudore, le temperature corporee si alzano e rischiamo di andare incontro anche alla morte, spiega al Guardian Yi Zhang, prima firma dello studio.

Un incremento di un grado rispetto al valore di 35° C della temperatura del bulbo umido “potrebbe avere un impatto negativo sulla salute pari all’aumento di diversi gradi della temperatura” globale rispetto ai valori pre-industriali, si legge nello studio. Ed è quello che potrebbe verificarsi lungo la fascia tropicale se non si limiterà l’aumento del riscaldamento globale entro 1,5° C, coinvolgendo circa il 40% della popolazione mondiale.

Una percentuale destinata a crescere entro il 2050 considerato che l’elevato numero di giovani che abitano la regione. Altri studi hanno presentato scenari simili per aree del Medio Oriente, della Cina e dell’Indialeggi tutto

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