Dal 2019, lungo la rotta del Mediterraneo centrale, la stragrande maggioranza degli eventi di ricerca e soccorso sono stati classificati dalla Guardia costiera come “operazioni di polizia”. Un fenomeno inedito che potrebbe avere effetti sull’applicazione delle norme sul soccorso in mare da parte del nostro Paese e conseguenze penali per i salvati. Oltre che rafforzare il ruolo delle milizie libiche
Dal 2019, lungo la rotta del Mediterraneo centrale, la stragrande maggioranza dei naufraghi alla deriva sono stati classificati come “persone intercettate nel corso di operazioni di polizia di sicurezza”. Si tratta di un fatto inedito per dimensioni che deriva da una diversa qualificazione degli “eventi” in mare da parte della Guardia costiera italiana. Non è un semplice dettaglio di forma ma un cambiamento profondo delle prassi che potrebbe avere effetti rilevanti sull’applicazione delle norme sul soccorso in mare da parte del nostro Paese, oltre che determinare un’accelerazione ulteriore ai respingimenti per delega praticati dalle milizie costiere libiche.
Una “chiusura del cerchio” che fa seguito alla dichiarazione di un’area SAR della Libia (giugno 2018), al riconoscimento di un centro di coordinamento delle operazioni a Tripoli, alla fornitura di mezzi, formazione e servizi alle milizie libiche, alla criminalizzazione dell’attività delle Organizzazioni non governative e alla destrutturazione di un dispositivo europeo di soccorso … leggi tutto