di Alessandra Fabretti
Il filmato di tre minuti è stato realizzato dall'Associazione Nibi - Neri italiani, Black italians con il contributo dell’Ufficio Antidiscriminazioni Razziali-Presidenza del Consiglio dei ministri (Unar)
L’aiuto cuoco Lorenze, dello Sri Lanka, vuole mettere il coriandolo sulla pasta al tonno mentre la collega Alla, dalla Russia, vorrebbe aggiungere del parmigiano, suscitando le ire dello chef Mirko, romano doc, che reagisce dando a entrambi dei “trogloditi” e grida: “Lo volete capire che stiamo in Italia?!”. In questa cucina di una delle tante osterie della capitale, il personale, così distante dal punto di vista della cultura culinaria, ha in realtà una cosa che lo accomuna: la genetica. Tutti e tre sono originari dell’Europa settentrionale.
Inizia così lo spot ‘Diversi ma tutti uguali‘, filmato di tre minuti realizzato dall’Associazione Nibi – Neri italiani, Black italians in collaborazione con l’Associazione Centro Internazionale CinemAvvenire, con il contributo dell’Ufficio Antidiscriminazioni Razziali-Presidenza del Consiglio dei ministri (Unar) che ha indetto la XVII Settimana d’azione contro il razzismo ‘Keep Racism Out‘. Hanno prestato il loro volto, tra gli altri, anche gli attori Andrea Roncato, Jonis Bascir e Mirko Frezza.
Lo spot, con ironia e leggerezza, veicola i risultati di uno studio condotto su tutti gli attori del cast composto da italiani, stranieri, e persone nate in Italia da famiglie non italiane. Grazie alla collaborazione dei ricercatori dell’ateneo romano di Tor Vergata, che hanno prelevato e analizzato il Dna mitocondriale degli attori, è stato possibile ricostruire le origini ancestrali di ognuno di loro, che “fotografano” gli antenati fino a circa 25mila anni prima. E così si scopre che il maliano Soumalia Diawara ha nel suo patrimonio genetico anche legami con l’Europa centrale, che Adel Abdel Braders, marocchino, proviene anche dall’Europa meridionale, che Giuseppe Spezia discende dall’Africa Orientale e che l’etiope Fayo Abdi Houssein dall’Europa settentrionale.
“Il Dna ci rende umani, non ci divide” dice Emiliano Giardina, il direttore del Laboratorio di Genetica forense dell’Università di Roma Tor Vergata, partner del progetto. Giardina spiega ancora: “Tendiamo a pensare che esistano caratteristiche genetiche specifiche per i gruppi di popolazioni che distinguiamo ad occhio nudo. Ma non è così: non esistono confini, siamo parte di un grande popolo, quello umano“ … leggi tutto