Immaginate che un salario di 1000 dollari passi dopo un mese a 250.
In un anno la lira libanese ha perso più dell’80% del suo valore e la svalutazione rispetto al dollaro ha raggiunto picchi da record.
La crisi riporta in piazza migliaia di manifestanti a Beirut dove la protesta – promossa dal partito comunista libanese – è stata scortata dai mezzi dell’esercito nel suo percorso dalla Banca Centrale del Libano alla sede del governo.
Anche il presidente di Caritas Libano lancia un appello alla comunità internazionale: “Abbiamo bisogno di aiuto”, dice.
Mohammad Al-Qasim è uno dei tanti cittadini schiacciato dalla crisi economica. Ha aderito alla manifestazione e spiega: “La classe politica sta privando il popolo di tutti i suoi diritti, il diritto di vivere bene, il diritto di avere cure mediche e un’assicurazione, la possibilità di avere un reddito. Siamo privati di tutto questo”.
L’aumento della disoccupazione, la svalutazione, l’aumento delle povertà stanno erodendo il potere d’acquisto della popolazione e inasprito le tensioni sociali nei confronti della politica e delle istituzioni.
Il governo libanese si è dimesso in agosto dopo la massiccia esplosione al porto di Beirut che ha ucciso 211 persone, ferito più di 6.000 e danneggiato interi quartieri della capitale. Dopo la resa dell’esecutivo, la classe politica non ha ancora trovato un accordo per formare un nuovo governo, in grado di affrontare la crisi. Una situazione resa ancor più drammatica dalla pandemia di Covid-19 … leggi tutto