“È molto comune che gli intellettuali ritengano che il loro compito sia di ‘guidare le masse’, ma io non ho mai accettato questa idea, e nessuno dovrebbe farlo. Allo stesso tempo, non ho mai dubitato, nemmeno per un momento, che gli intellettuali debbano costruire un ‘pensiero contro-egemonico’, non per ‘guidare le masse’ ma per dare il maggiore contributo possibile ai movimenti popolari di cui fanno parte”. Torna “La responsabilità degli intellettuali”, saggio di Noam Chomsky. Su ilLibraio.it un estratto dall’intervista realizzata dalla curatrice e traduttrice dell’edizione italiana, Valentina Nicolì
Noam Chomsky, classe 1928, di famiglia ebraica originaria della Russia, è tra i massimi teorici del linguaggio viventi. È professore emerito di Linguistica al Massachusetts Institute of Technology, e a lui si deve la formulazione della grammatica generativa trasformazionale.
I suoi saggi hanno rivoluzionato gli studi linguistici e semiotici, tra questi Saggi linguistici (Bollati Boringhieri, 1970), La fabbrica del consenso. La politica e i mass media (Il Saggiatore, traduzione di S. Rini), scritto a quattro mani con l’economista americano Edward S. Herman, 11 settembre. Le ragioni di chi? (Marco Tropea Editore), Capire il potere (Il Saggiatore, traduzioni varie), Chi sono i padroni del mondo (Ponte alle Grazie, traduzione di V. Nicolì), Le dieci leggi del potere. Requiem per il sogno americano (Ponte alle Grazie, traduzione di V. Nicolì) e Venti di protesta (Ponte alle grazie, traduzione di V. Nicolì) … leggi tutto