di Marina Amaduzzi
La dg del Sant’Orsola sul personale no vax che rifiuta l’inoculazione:
«Dobbiamo sapere chi sono per trasferirli dove fanno meno danni»
Se guarda al futuro prossimo il suo augurio è uno solo, che «le vaccinazioni procedano il più rapidamente possibile». «Sono l’unica arma per svoltare davvero in questa battaglia estenuante contro il virus, visto che non si potranno tenere ancora a lungo le restrizioni», assicura Chiara Gibertoni, direttrice generale del Sant’Orsola. Anche sui sanitari no-vax ha le idee ben chiare. «L’obbligo vaccinale sarebbe la soluzione — spiega — ma visto che dubito si arrivi a questa decisione almeno che ci sia data la possibilità di spostare queste persone dove fanno meno danni ai pazienti».
Il governo sta lavorando a un decreto sull’obbligo vaccinale almeno per chi lavora a contatto con i pazienti. Cosa ne pensa?
«Allontanare queste persone dai reparti in questo momento in cui negli ospedali siamo tiratissimi potrebbe mettere in crisi il sistema. La vaccinazione obbligatoria sarebbe certamente la soluzione, ma dubito che ci si arrivi.
Anche in passato non ci si è mai riusciti, neppure quando ci sono stati focolai di morbillo provocati da sanitari non vaccinati. Se quindi l’obbligo non dovesse passare allora ci vorrebbe un provvedimento che consentisse intanto ai datori di sapere chi sono i no-vax e quindi di poterli spostare in reparti in cui possono essere un pericolo inferiore per i pazienti».
Il direttore generale non sa chi rifiuta il vaccino?
«Io so solo che una certa persona non è idonea a una certa mansione, ma non so se è vaccinata o meno. Solo il medico competente lo sa».
In quanti non si sono vaccinati al Sant’Orsola?
«Le percentuali di adesione sono state alte: sopra al 90% tra i medici, l’87% tra gli infermieri, l’85% tra gli operatori socio-sanitari. va anche detto che tra chi non si è vaccinato c’è anche chi non ha potuto perché ha preso il Covid, oppure perché ha patologie che non lo consentono.
Non so quanti siano i veri no-vax. Posso dire però che prima delle vaccinazioni avevamo fuori tra malattia e quarantena anche 130 persone alla volta, ora una ventina. La vaccinazione è la soluzione, è la luce in fondo al tunnel. In quanto tempo usciremo dal tunnel dipende dalle forniture».
Come vede i prossimi mesi?
«Sarà difficile tenere le restrizioni ancora a lungo, quindi tutto dipenderà dalla velocità delle vaccinazioni. Per i ricoveri mi aspetto una lenta decrescita, ci metteremo molto a riconvertire i reparti. E si aggiungerà il quadro delle patologie non Covid in peggioramento. Ci dovrà essere un grande impegno, tenendo conto che i professionisti sono molto stanchi.
Se effettivamente a settembre la gran parte delle vaccinazioni sarà fatta allora saremo in una situazione in cui il virus gira ma con un impatto minimo sugli spedali. Se le vaccinazioni invece andranno avanti lentamente allora sarà un susseguirsi di ondate» … leggi tutto