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Nell’isola di Lesbo i terribili lager per migranti voluti dall’Europa (globalist.it)

di Umberto De Giovannangeli

Attualmente 8.216 uomini, donne e bambini, 
fuggiti da guerre e violenze, vivono a Lesbo, 
3.189 a Samos. 

”Migliaia di uomini, donne e bambini continuano a soffrire ogni giorno nei campi europei

I campi della vergogna. Che l’Europa invece di smantellare vorrebbe addirittura moltiplicare. Un proposito scellerato. “La visita di Ylva Johansson a Lesbo e Samos per promuovere nuovi campi prima del prossimo inverno mostra come i leader dell’Ue vivono in un universo parallelo”. Lo dichiarato ieri Alessandra Saibene, capo progetto di Medici Senza Frontiere a Lesbo, nel giorno della visita del commissario Ue agli Affari Interni alle due isole greche, dove, ricorda l’Organizzazione, ”5 anni di politiche di deterrenza hanno intrappolato uomini, donne e bambini in condizioni disumane e insicure”.

Attualmente 8.216 uomini, donne e bambini, fuggiti da guerre e violenze, vivono a Lesbo, 3.189 a Samos. ”Migliaia di uomini, donne e bambini continuano a soffrire ogni giorno nei campi europei sulle isole greche e nulla sembra indicare che il modello di contenimento, che ha generato situazioni d’inferno come Moria e Vathy ed emergenze ricorrenti negli ultimi cinque anni, sia mai stato messo in discussione dall’Europa – denuncia Saibene – L’abbiamo detto più volte: insistere con queste politiche è la migliore ricetta per una catastrofe umanitaria e questo è esattamente la direzione in cui vanno questi nuovi campi.

Nonostante le promesse pubbliche dei commissari Ue che non ci sarebbe stata una nuova Moria, si sta lavorando ancora e ancora a campi come quello”. Msf fornisce assistenza medica e umanitaria a richiedenti asilo e migranti in Grecia dal 1996. Sull’isola di Lesbo e Samos team Msf offrono a migranti e rifugiati cure mediche di base, trattamenti per malattie croniche, assistenza psicologica e psichiatrica, supporto sociale. I team di Msf lavorano anche ad Atene.

Fronte di guerra

Lesbo, un fronte di guerra. Una immagine niente affatto forzata, tanto meno retorica. “La situazione che viviamo qui ogni giorno – rimarca Marco Sandrone , già  capo del progetto di Msf nell’isola. –  non è molto diversa da quella di una zona di guerra. Una guerra fatta alla dignità, ai diritti umani e alla resilienza di chi fugge per cercare sicurezza. In Europa, un continente teoricamente sicuro, si è scelto deliberatamente, cinicamente, di voltare lo sguardo altrove”.

“E’ da incoscienti continuare a chiudere gli occhi per non vedere la realtà. E’ da irresponsabili continuare a far finta di non capire quello che sta accadendo a Lesbo – denuncia Sansone -. Dalla scorsa estate stiamo registrando un incremento esponenziale di arrivi, che non si sono fermati, da allora non è stata data alcuna risposta … leggi tutto

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