I ricercatori cubani sono al lavoro su cinque
vaccini sperimentali, che il governo spera di
poter esportare ma che per ora sono guardati
con qualche scetticismo
Cuba potrebbe diventare uno dei più piccoli paesi al mondo ad avere sviluppato più vaccini contro il coronavirus. I ricercatori cubani sono al lavoro su cinque diversi vaccini sperimentali: due di questi sono nella fase finale dei test clinici e, se i dati su efficacia e sicurezza dovessero essere confermati, potrebbero essere impiegati già a partire dal prossimo maggio.
Il governo cubano ha investito molto sui vaccini con due obiettivi: rilanciare il prima possibile il turismo, una delle principali fonti di ricavo per il paese, e diventare il fornitore dei vaccini per paesi come Iran e Venezuela, che a causa delle sanzioni economiche non possono intrattenere affari con gli Stati Uniti e con diverse altre nazioni.
I vaccini Soberana 2 e Abdala sono nella loro ultima fase sperimentale e secondo le autorità sanitarie cubane offrono un alto livello di protezione, anche se non ci sono ancora dati chiari e definitivi. I ricercatori sono al lavoro per raccogliere i dati e analizzarli, con l’obiettivo di pubblicare i risultati dei test clinici nelle prossime settimane sulle riviste scientifiche. I due vaccini saranno poi sottoposti all’Organizzazione Mondiale della Sanità per una valutazione sulle loro caratteristiche, importante per ottenere l’autorizzazione da parte delle autorità di controllo di altri paesi.
Il piano del governo cubano su Soberana 2 e Abdala è piuttosto ambizioso, e ha raccolto critiche e qualche perplessità da parte di esperti e osservatori fuori da Cuba. Se i test della fase 3 saranno positivi, le autorità sanitarie procederanno con la vaccinazione dei circa 1,7 milioni di abitanti nella zona dell’Avana, la capitale, per poi proseguire con il resto della popolazione.
L’obiettivo è di vaccinare il 60 per cento della popolazione entro agosto, e il resto dopo l’estate … leggi tutto