La replica a Battaglia: «Non è vero che dottori siamo persone. Soprattutto ora»
Caro collega Battaglia, anche se la mia età e la sua specialità dovrebbero prostrarmi al suo guanto esploratore, non riesco a trattenermi dal rispondere alla sua intervista pubblicata ieri dal Corriere di Bolognain merito all’obbligo vaccinale per i sanitari. Non me ne voglia, ne vedrà molti di incontinenti, col mestiere che fa. Tra reticenze (non dice se si è vaccinato), contraddizioni ( «i vaccini sono come un’aspirina») e bizantinismi (la capziosa differenza tra copertura ed efficacia dei vaccini) svetta il suo assunto principale : «Non si può obbligare nessuno, prima che dottori siamo persone e la libertà di scelta vale anche per noi».
Sa che cosa? Non è vero che prima che dottori siamo persone. In questo momento più che mai siamo prima di tutto dottori.
Professione sacra
Siamo gli officianti eletti di una professione sacra dove si può anche morire per salvare la vita di un altro e lo si può fare in un modo invisibile e antieroico morendo giorno dopo giorno notte dopo notte guardia dopo guardia, di un male scuro o pungendosi con un ago o tras-curando gli affetti più cari e tutto questo non lo saprà mai nessuno.
La libertà di scelta non c’entra niente: la notte in cui Lei è di guardia non è libero di andare a Rimini per uno spritz, lo farà il giorno dopo. Da più di un anno siamo in una notte di guardia e ci sarà un domani al mare solo quando avremo vaccinato la maggior parte di noi. Non gli altri, noi, che contiene l’io. Un io che certe professioni devono mettere da parte, vuoi i soldati in guerra , gli innamorati in amore e i sanitari nelle emergenze. Nessuno è più libero di chi rispetta il lavoro per cui ha giurato.
Caro Battaglia, ma in quanti modi lo dobbiamo dire che chi non si vaccina dà un brutto esempio, può ammalare gli altri e se si ammala sottrae il suo contributo caricandolo sulle spalle dei colleghi, magari chiedendo rimborsi per infortunio professionale ? Siamo dottori e non ci chiedono di essere Stachanov nella miniera di carbone. E non creda che negare l’evidenza elevi al rango di intellettuali dissidenti come Sacharov e Solgenitsin nei gulag sovietici.
Loro, per ideali di giustizia hanno sacrificato la propria vita che è ben diverso dal pensare a salvare se stessi da un siero, con idee insostenibili e con le braccia degli altri … leggi tutto
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