di Francesca Borri
Trattenuta all’aeroporto: nelle stanze della National Security dodici ore tra interrogatori e minacce per essere poi rispedita indietro
Diciamo subito il dettaglio che dice tutto: gli egiziani non mi hanno consentito di chiamare nessuno. Ero lì già da ore, quando hanno lasciato un telefono un attimo incustodito. E ho scritto a mio padre. Quando ci spiegano che è giusto avere di nuovo un ambasciatore al Cairo, anche perché altrimenti, in caso di problemi, chi interviene?, la verità è che senza quel messaggio fortuito, la Farnesina mi starebbe ancora cercando.
Poi, sì, la nostra console è arrivata subito. Ma hanno negato l’ingresso alla sua interprete. Per cui era lì, senza capire ciò che dicevano. Quando sono atterrata da Milano, nella notte tra giovedì e venerdì, intorno alle tre, un cartello di benvenuto attendeva Carlotta, dipendente dell’Eni. Io sono solo una giornalista … leggi tutto