di Gregorio Dimonopoli
Sarebbe interessante capire con quale ratio un candidato,
ultra sponsorizzato da poteri “forti” precostituiti ed ansiogeni per il proprio futuro e quindi desiderosi di avere un proprio uomo a Palazzo d’Accursio, stigmatizzi la candidatura di una donna per la corsa alla sindacatura per Bologna.
Due ipotesi per il macho: 1. “guai a chi mi tocca, io sono l’unto”;
2. la stessa dell’1. più che “il tuo sponsor non ha diritto a mettermi in discussione proponendoti”. Mah, senti chi parla.
Che diritto ha costui di lanciare subdole non dico minacce ovviamente, ci mancherebbe, ma almeno inquietanti segnali negativi ad una già sindaca di potersi impegnare per la città delle due torri?
Le donne fanno ancora paura, insinuando sempre altro. Punto.
Coraggio Isabella.