di Davide Coppo
Mentre guardavamo tutti alla pandemia, nel 2020 la politica climatica e la rivoluzione psichedelica hanno fatto passi enormi,
ed è una buona notizia per il pianeta.
La prima buona notizia di politica globale del 2021 è arrivata quando gli Stati Uniti hanno annunciato di voler tornare nell’Accordo di Parigi, e abbiamo tutti, commentatori, appassionati, persone che volevano farne una storia Instagram, detto: finalmente, adesso sì che la musica cambia! La verità è che la musica era già cambiata da un pezzo. Nel 2020 la copertura mediatica di oltre mezzo mondo si è naturalmente concentrata sulla pandemia, con pochi intermezzi dedicati alla politica interna statunitense e quasi null’altro, ma nel silenzio delle prime pagine due cose in particolare si sono mosse ed evolute, cose in un certo senso legate tra di loro per molti versi.
La prima di queste cose è l’ecologia. Il 2020 è stato un anno di svolta fondamentale per l’approccio del mondo alla questione climatica. David Wallace-Wells, autore di un libro che fece parlare molto per il suo pur giustificato allarmismo sul clima, La terra inabitabile (Mondadori, 2020), ha scritto a gennaio 2021: «La guerra contro i negazionisti climatici è stata vinta. E non è l’unica buona notizia».
È il titolo di un lungo articolo uscito sul New York Magazine in cui Wallace-Wells, che non è certo diventato a sua volta negazionista, mostra molto concretamente tutti i passi che sono stati fatti negli ultimi mesi, nonostante gli Stati Uniti e soprattutto anche fuori dagli Accordi di Parigi, per instradare la politica climatica sulla strada giusta, per la prima volta da decenni.