Sante Notarnicola, tra fuori e dentro (dinamopress.it)

di Claudio Cantù

Nel 2000 il bandito e rivoluzionario otteneva 
finalmente la libertà: alla sera non si doveva 
più tornare dentro. 

Fuori un mondo da riscoprire, una vita da riconquistare. Il racconto di chi ha conosciuto Sante da vicino

Ho incontrato Sante Notarnicola nel 1995 a Bologna, fuori dal carcere della Dozza, detenuto in semilibertà. Sono andato all’appuntamento accompagnato da Severina, che è stata al suo fianco nei lunghi anni di detenzione. Una donna, una compagna che ha speso la vita al fianco di detenute e detenuti percorrendo centinaia di migliaia di chilometri per raggiugerli nei colloqui che ogni settimana richiedeva, intrecciando un amore assoluto con Sante, oltre le sbarre, condannato all’ergastolo.

Ripensavo, andando all’incontro, a quando da ragazzino, per la prima volta Sante Notarnicola entrò dentro i miei pensieri e la mia “fantasia”, mi sembrava di chiudere un cerchio incontrandolo, in realtà si stava aprendo una storia reale.

Nel 1967 vivevo in Piemonte poco lontano da dove si concluse la fuga di Sante Notarnicola e Piero Cavallero dopo una rapina al Banco di Napoli, il 25 settembre in largo Zandonai a Milano ed ebbe inizio la lunga detenzione.

Quella che poi venne definita la “banda Cavallero” aveva rotto gli schemi della malavita tradizionale e messo nel panico l’apparato poliziesco dello Stato. Nell’Italia del boom economico che si affermava su un nuovo sviluppo, industriale nel nord, fondato sullo sfruttamento di manodopera proveniente dal sud, un piccolo nucleo si pone il problema di contrastare tutto ciò con azioni (rapine) per finanziare il movimento rivoluzionario. Cavallero e Notarnicola ne sono i capi e i simboli

Proletari, politicizzati, uno milanese della periferia, militante, l’altro emigrato dal sud ex-segretario di sezione della Fgci (l’organizzazione giovanile del Pci) e con Donato Lopez, disoccupato, meridionale, Adriano Rovoletto ex partigiano e Danilo Crepaldi mettono a segno in quegli anni una serie di rapine che per la prima volta assumono la connotazione di espropri.

Il 3 ottobre 1967, Notarnicola e Cavallero in fuga da giorni, vengono arrestati in un casolare nell’alessandrino. Alla fame, entrati in paese per comprare del cibo vengono segnalati da una donna che li vede lavarsi ad una fontana.

La sproporzione delle forze dispiegate con rastrellamenti nelle campagne, le perquisizioni, i posti di blocco ovunque, l’accanimento e il terrore diffuso dai giornali, la caccia a due persone mi fanno riflettere e propendere per i più deboli che si sono ribellati rapinando a una banca 6.750.000 di lire … leggi tutto

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