La nuova lotta per i diritti civili si combatte nelle periferie (internazionale.it)

The AtlanticStati Uniti (Traduzione di Andrea Sparacino)

La morte di Daunte Wright, un afroamericano di 
vent’anni ucciso dalla polizia a Brooklyn Center, 
un sobborgo alla periferia di Minneapolis, apre 
una finestra sul futuro della lotta per i 
diritti civili negli Stati Uniti. 

Non è un caso che il movimento Black lives matter sia nato nel 2014 dopo un episodio simile a Ferguson, alla periferia di St. Louis, in Missouri. Sia Brooklyn Center sia Ferguson sono piccoli centri urbani dove negli ultimi anni è aumentata la povertà ed è cresciuta la segregazione sia economica sia razziale. Entrambi presentano i fattori ideali per causare disuguaglianza, discriminazione e conflitti tra i cittadini e le istituzioni locali, come l’amministrazione comunale e la polizia.

Nelle aree metropolitane degli Stati Uniti si trovano centinaia di sobborghi con problemi analoghi. La loro “fergusonizzazione” minaccia il benessere delle comunità locali e danneggia il tessuto sociale statunitense.

In un certo senso, nei sobborghi la segregazione è ancora più dannosa di quella nelle grandi città, che di solito possono contare su maggiori entrate fiscali che consentono alle amministrazioni di superare meglio le crisi e garantire i servizi pubblici. In media, nei sobborghi prevalentemente non bianchi le entrate fiscali sono minori che nel resto del paese: circa il 25 per cento in meno rispetto alle grandi città e il 40 per cento in meno rispetto ai sobborghi prevalentemente bianchi. Nei sobborghi dove la segregazione è più accentuata la qualità dei servizi pubblici peggiora nel corso del tempo. Alcune amministrazioni, tra cui quella di Ferguson, cercano di riempire le casse comunali con più multe e sanzioni, e questo inevitabilmente fa aumentare la tensione tra i residenti e le forze dell’ordine.

I dati dell’ufficio del censimento statunitense indicano che Brooklyn Center è la comunità del Minnesota dove il processo di segregazione è stato più rapido. Nel 1990 il 90 per cento degli abitanti era bianco e il livello di povertà era molto basso, il 5 per cento. Trent’anni dopo i bianchi sono appena il 38 per cento e il tasso di povertà è triplicato, raggiungendo il 15 per cento. Oggi Brooklyn Center è il sobborgo più povero nella regione delle Twin Cities (che comprende le aree metropolitane di Minnesota e St.Paul) e la percentuale di residenti che appartengono alle minoranze è superiore rispetto a quella di tutti gli altri grandi comuni della zona.

A Ferguson i cambiamenti sono stati pressoché identici negli anni precedenti all’omicidio di Michael Brown, ucciso da un agente di polizia: nel 1980 la percentuale di residenti bianchi era dell’85 per cento, nel 2010 era diminuita al 29 per cento. Nello stesso arco di tempo il tasso di povertà è quasi quadruplicato … leggi tutto

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