di Carlo Canepa
La pandemia sta accelerando sempre di più il dibattito, intensificatosi negli ultimi anni, sulla necessità di rendere più equo il sistema fiscale a livello internazionale.
Da un lato, si sta discutendo molto della tassa minima globale per le multinazionali che spostano i profitti in paesi con un fisco più vantaggioso. Dall’altro, c’è una crescente richiesta in parecchi Stati di aumentare le imposte sui cittadini più ricchi, con l’introduzione di un contributo di solidarietà legato solo al periodo dell’emergenza o di una vera e propria tassa patrimoniale sulla ricchezza complessiva.
Sul primo punto un’importante novità è di recente arrivata dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden e dalla segretaria al Tesoro Janet Yellen, che a fine marzo hanno presentato l’American Jobs Plan, un programma di rilancio dell’economia da circa 2 mila miliardi di euro (per intenderci, una cifra superiore al PIL annuale dell’Italia). Per finanziare questo progetto, Yellen e Biden hanno proposto l’aumento di alcune tasse, andando nella direzione opposta intrapresa dal suo predecessore Donald Trump. Il presidente degli Stati Uniti è pronto anche ad annunciare nuove risorse per l’assistenza all’infanzia e l’istruzione, aumentando le tasse ai più ricchi, nello specifico sui guadagni sui titoli azionari.
In generale la necessità di trovare nuove risorse e di contrastare le disparità sociali ha fatto crescere l’attenzione di parecchi paesi proprio sullo strumento delle tasse. E diverse istituzioni economiche, tra cui il Fondo monetario internazionale (FMI) e l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), hanno preso una posizione in merito.
Ma quali sono i dettagli delle proposte degli ultimi giorni per rendere più giusto il sistema fiscale internazionale, alzando le imposte alle multinazionali e ai ricchi? Hanno possibilità concrete di diventare realtà oppure rischiano di rimanere scritte nel vento? Abbiamo cercato di fare un po’ di chiarezza.
Che cos’è l’aliquota minima globale per le multinazionali
Per finanziare gli investimenti infrastrutturali dell’American Rescue Plan – ora all’esame del Congresso americano – Yellen e Biden hanno proposto di alzare l’aliquota con cui sono tassati i redditi delle società (corporate tax rate) negli Stati Uniti dal 21% al 28%.
Nel 2017 Trump aveva abbassato questa aliquota dal 35% all’attuale 21%, con l’obiettivo di rendere il paese più competitivo dal punto di vista fiscale, ma ottenendo scarsi risultati. In generale, come hanno spiegato gli economisti Francesco Saraceno e Tommaso Faccio, le evidenze empiriche raccolte negli ultimi decenni hanno messo in dubbio la validità della cosiddetta “teoria dello sgocciolamento” (trickle-down economics), secondo cui l’abbassamento delle imposte alle società si traduce automaticamente in maggiore crescita e in maggiori benefici per le fasce più povere della popolazione … leggi tutto