Piergiorgio Odifreddi: “A scuola abbattiamo il muro fra materie scientifiche e umanistiche” (huffingtonpost.it)

di Adalgisa Marrocco

Il matematico e divulgatore all'HuffPost: 
"Si parla di Scuola 4.0 quando a stento 
arriviamo all'1.0. Oggi è arretrata e 
anacronistica"

“Siamo immersi tutti i giorni nella scienza: comunichiamo, lavoriamo e svolgiamo moltissime attività solo grazie a dispositivi che sono suoi figli. Gli stessi vaccini anti-Covid sono frutto del sapere scientifico. Eppure c’è ancora una forte e anacronistica resistenza verso queste discipline”. A parlare all’HuffPost è Piergiorgio Odifreddi, matematico, divulgatore scientifico e saggista.

Di materie scientifiche si parla, spesso narrandone la scarsa incentivazione. Soprattutto nelle scuole, soprattutto in Italia. Ma da cosa deriva questa tendenza? Per Odifreddi “ancora oggi ci portiamo dietro il retaggio del fascismo. L’impianto dell’istruzione secondaria di secondo grado, infatti, è influenzato da quello varato dalla riforma Gentile nel 1923 e già pensato da Benedetto Croce nelle ultime fasi dell’era giolittiana”.

“La riforma, definita dallo stesso Mussolini ‘la più fascista delle riforme’, creò una spaccatura tra gli indirizzi destinati ai ‘figli dei ricchi’, che avrebbero costituito la nuova classe dirigente, e i ‘figli dei poveri’ che avrebbero lavorato. I primi avrebbero frequentato i licei dedicandosi agli studi classici, al pensiero; i secondi sarebbero stati destinati agli istituti tecnici dove invece avrebbero appreso cose pratiche e utili. In quel contesto la scienza era vista come una sorta di Cenerentola, le sue discipline erano considerate ‘plebee’. Si tratta di una visione che, già a inizio Novecento, era fuori dal tempo e che oggi, a cent’anni di distanza, mostra il suo totale anacronismo.”

Cultura umanistica e scientifica, dunque, non riescono ancora ad incontrarsi.
“Si tratta di due culture divise solo per volere di una delle due parti. Mi spiego: nessuno che abbia alle spalle studi tecnici o scientifici rifiuterebbe per partito preso di visitare una mostra, leggere un classico delle letteratura, andare al cinema. Invece è considerata normalità il fatto che chi ha una formazione classica e umanistica possa non interessarsi alla scienza, ai classici del sapere scientifico, a contenuti divulgativi.

Insomma, se è facile trovare uno scienziato che legge Dostoevskij, Dante o Lucrezio, più difficile sarà trovare un umanista interessato alla lettura di Galileo o Darwin. Ovviamente in parte c’è una difficoltà: non si può pretendere che chi non conosce bene la fisica possa leggere con agevolezza Newton. Ma dall’altro lato c’è una vera e propria resistenza.” … leggi tutto

(Roman Mager)

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