In The Mood for Love, vent’anni dopo (doppiozero.com)

di Lorenzo Peroni

Hanno fatto o non hanno fatto l’amore? 

“Per dirla in termini lacaniani – spiega Žižek a proposito di Casablanca – durante i famigerati tre secondi e mezzo, Ilsa e Rick non lo hanno fatto per il grande Altro, l’ordine dell’apparenza pubblica, ma lo hanno fatto per la nostra immaginazione fantasmatica oscena”. Possiamo dire lo stesso di Chow e Su, gli (non?) amanti protagonisti di In the Mood for Love. Nella scena incriminata di Casablanca vediamo prima Ilse e Rick (Humphrey Bogart e Ingrid Bergman) nella stanza di Rick, litigano per la lettera di transito, lei lo minaccia con una pistola, poi si dichiarano (nuovamente) innamorati (e clandestini), si abbracciano.

Dissolvenza. Inquadratura di tre secondi della torre di controllo dell’aeroporto. Dissolvenza. Primo piano di Rick che fuma ripreso dall’esterno, affacciato alla finestra della stanza. Ilse è seduta sul divano, e riprendono il discorso. In maniera analoga, nel film di Wong Kar-wai, si svolge la sequenza della stanza 2046. Prima la signora Chan sale e scende le scale dell’hotel in un frenetico montaggio di tacchi, moquette e carte da parati, indecisa se accettare o no l’invito del signor Chow. Stacco. Un lungo primo piano di Chow che fuma alla finestra. Stacco. Lei esce dalla stanza. Sappiamo che è entrata, ma… Hanno fatto o non hanno fatto l’amore?

Wong Kar-wai prende quei tre secondi di “vuoto” in Casablanca e li fa germogliare per dare vita al capolavoro che è sia un ponte che una cesura fra due secoli, In the Mood for Love. A vent’anni anni dalla sua uscita (celebrata da un nuovo restauro in 4K e da una riedizione in sala), come ogni vero grande classico, non ha perso né in fascino né in magnetismo.

La storia della sua genesi lunga e tribolata è nota: pensato in origine come un film in tre episodi dedicati al cibo, durante la lavorazione ha visto prendere il sopravvento della storyline ambientata negli anni ‘60: “Amo gli odori della cucina. Adoro mangiare, soprattutto mi piace guardare le persone mentre mangiano. Così si spiegano i miei film: mangiare è vivere”, ha dichiarato il regista, sempre molto trasparente nel raccontare la natura della sua poetica … leggi tutto

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