di Marzio Galeotti e Alessandro Lanza
Il decreto clima rimanda i tagli ai sussidi dannosi per l’ambiente e mantiene il “buono mobilità”, la cui efficacia è dubbia. Ma la portata del provvedimento è data dai 450 milioni di investimento, ben poca cosa rispetto ai 54 miliardi della Germania.
Per ora i sussidi restano
Dopo settimane di ripensamenti e nuove scritture il Consiglio dei ministri del 10 ottobre ha approvato il decreto legge “Misure urgenti per il rispetto degli obblighi previsti dalla direttiva 2008/50/Ce sulla qualità dell’aria (decreto clima)”. Da qualche tempo si usa sottotitolare i provvedimenti legislativi per ragioni di comunicazione politica e perché il titolo completo risulta poco comprensibile ai più. Questa volta, tuttavia, la concessione alla comunicazione è stata più forte del solito se si considera che la direttiva riguarda per l’appunto la qualità dell’aria mentre sul clima, inteso come misure per contrastarne i cambiamenti, nel decreto vi è ben poco.
Rispetto alla versione precedente, manca infatti il provvedimento politicamente più rilevante: gli annunciati tagli ai sussidi dannosi per l’ambiente. Era la progressiva riduzione di 19 miliardi di euro di sussidi su cui ci siamo già soffermati, il 60 per cento dei quali racchiusi in poche categorie del comparto energia.
Ora, nel penultimo articolo del decreto, si legge che la riduzione verrà disposta nella legge di bilancio annuale secondo gli obiettivi fissati dal neo-istituito Programma strategico nazionale per il contrasto ai cambiamenti climatici e il miglioramento della qualità dell’aria … leggi tutto