Le politiche di salute pubblica richiedono un approccio che trascenda da particolarismi e dia un ruolo ben diverso anche alle strutture sovranazionali,
quando necessario, come per l’OMS, rifondandole
La pandemia che ha cambiato i destini del mondo ci ha fatto capire quanto ancor oggi le nostre vite possano essere messe in forse da minacce di salute globale. Da una città della Cina fino a ieri sconosciuta ai più, l’infezione si è rapidamente trasmessa senza controllo in tutto il mondo con colpevoli ritardi di allarme e di reazione.
Abbiamo assistito inermi e storditi alla rapidissima diffusione dei contagi da Alzano Lombardo e Nembro a tutta l’Italia e al viaggio delle varianti dall’Inghilterra all’India in tutta Europa.
Ora sappiamo che più di un terzo della popolazione mondiale ha finora avuto un accesso scarsissimo ai vaccini e che a lungo i paesi in via di sviluppo e con economie povere rimarranno serbatoi minacciosi della pandemia, con gravi pericoli e gravissime disuguaglianze di salute. Abbiamo anche assistito a come una regia nazionale ben condotta abbia portato a una straordinaria accelerazione della campagna vaccinale nel nostro Paese.
Oggi si discute se l’Unione Europea non debba centralizzare non solo la gestione dei vaccini ma anche l’acquisto e la distribuzione dei farmaci anti COVID 19 che potrebbero rendersi disponibili in un prossimo futuro e per gli anticorpi monoclonali già in uso … leggi tutto