di Francesco Raiola
Ci sono voluto sei anni affinché Iosonouncane pubblicasse il seguito di DIE, album che ha sconquassato il mondo del cantautorato italiano.
L’artista sardo ha deciso quindi di alzare ancora di più l’asticella pubblicando IRA, un album monumentale, che narra in un viaggio sonoro come pochi di una moltitudine in viaggio.
IRA, l’ultimo album di Iosonouncane, è un capolavoro per la musica italiana. Lo diciamo subito, a scanso di equivoci, perché poche volte abbiamo potuto farlo e poche altre potremo farlo. Se DIE era un masso gettato nell’acqua della musica italiana, facendo un rumore il cui riverbero sentiamo ancora oggi e sentiremo ancora per molto, con IRA Incani ha deciso che fosse arrivato il momento di alzare ancora di più l’asticella.
C’è chi usa il gruzzolo ottenuto, forse anche inaspettatamente, per compiere un’opera di mantenimento commerciale, di contenimento, e chi, invece, si gioca quel gruzzolo per puntare ancora più in alto, per tentare di forzare ancora di più la stasi che spesso osserviamo nella musica che ci circonda. IRA è un’opera monumentale, un’ora e cinquanta di musica che attraversa i mondi musicali, dal jazz, al Maghreb alla psichedelia, fino al folk, una strada in cui incontriamo Robert Wyatt e i Radiohead, ma ha dentro soprattutto la mente e l’arte di Iosonouncane.
IRA, però, è soprattutto un album politico nel suo senso meno corrotto. Anzi, Politico. Le 17 canzoni di IRA sono un manifesto artistico, quindi politico, di cosa è la musica per Incani e una prova di come si possa essere accessibili, se aperti all’ascolto, anche fregandosene completamente della forma canzone. IRA è un album da godersi completamente, in cui ogni tassello è in quel posto per un determinato motivo.
Incani prende la forma canzone è la dilata, la deforma, la ricostruisce, usa la stratificazione come materasso su cui distendersi e soprattutto usa la voce come pochissimi erano riusciti a fare fino a ora. Cantato in varie lingue, dal francese all’arabo passando per lo spagnolo, la voce di Iosonouncane è sempre un passo a fianco degli strumenti, ma sopra, mai sopra le righe, talvolta diventa quasi indistinta, le parole si fondono nel suono. Iosonouncane forgia questa materia incandescente, questa lava – e il paesaggio lavico può essere una delle immagini che vi si formerà nella mente – creando materia oscura e fascinosa … leggi tutto