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Il favoloso mondo di Baricco: la scuola (valigiablu.it)

di 

Ogni tanto in Italia un intellettuale si 
sveglia la mattina,

e siccome non è in Africa e non può rincorrere gazzelle, decide di elargire il suo parere sulla scuola. Stavolta è toccato ad Alessandro Baricco su Repubblica. Baricco viene reputato esperto in materia perché gestisce da anni una scuola di scrittura creativa, la Holden, che da qualche anno ha aperto un percorso “Academy” di “Humanities”, cioè un corso di laurea che poi rilascia un titolo equiparato a Discipline delle arti figurative, della musica, dello spettacolo e della moda. Un DAMS privato, insomma.

Ma analizziamo nello specifico punto per punto le affermazioni di Baricco e i suoi suggerimenti illuminati.

La scuola”. Da qualche anno se chiedete ad Alessandro Baricco – 63 anni, scrittore – di cosa dovremmo occuparci prima di tutto per far ripartire l’Italia, dà sempre la stessa risposta: “La scuola”. Nel giugno 2015, dedicò a questo tema il suo intervento alla Repubblica delle Idee di Genova: un monologo appassionato per convincerci che era arrivato il momento di ripensare il metodo di insegnamento. 

La scuola, certo. Ma quale esperienza specifica ha Baricco di scuola? L’esperienza di Baricco, di didattica nella scuola, nei fatti, è limitata al fatto che fa lezione ad un gruppo selezionato di persone di età compresa fra i 18 e i 30, di livello culturale ed economico medio alto, selezionati tramite test di ingresso. Un gruppo dunque di adulti, fortemente motivato a seguire i suoi corsi e probabilmente anche fan di Baricco stesso, in grado di pagare i cospicui costi di iscrizione, e di seguire per tre anni, come viene specificato nel sito della Holden, i corsi in presenza a Torino.

Un gruppo inoltre dotato di connessione Internet e strumenti informatici aggiornati per poter condividere file e altro con colleghi ed insegnanti. Diciamocelo, una bolla alto borghese metropolitana che per possibilità economiche, sociali e livello culturale rappresenta una minoranza assoluta nel panorama italico, e come campione statistico di valutazione vale meno di quattro chiacchiere scambiate al bar.

“È abbastanza ovvio che per ripensare il mondo dobbiamo iniziare dalla scuola. Cosa insegniamo e perché facciamo questo? Bisogna avere il coraggio di eliminare cose inutili o superate, come la divisione in materie e classi”.

La prima cosa che emerge dalle parole di Baricco è l’indeterminatezza dell’oggetto di cui parla: “la scuola”. Nella testa degli intellettuali italici la scuola è un monolite indistinto, dalla materna all’Università. Quando ne parlano non prendono mai in considerazione che in questo organismo complesso ci sono alunni di età diversissime fra loro, e che hanno perciò esigenze diverse in base alla loro maturazione psicologica ed emotiva … leggi tutto

(Museums Victoria)

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