GIUGNO 1983: L’ARRESTO DI ENZO TORTORA (rivistailmulino.it)

di Luca Steffenoni

«Il più grande esempio di macelleria giudiziaria 
all’ingrosso del nostro Paese», 

come lo definì Giorgio Bocca. Tortora vincerà la battaglia, ma perderà la guerra

Stanze. Come quella dell’Hotel Plaza in via del Corso a Roma, arredamento classico, un’eleganza senza tempo, quasi severa. Come piace a Enzo Tortora. Il giornalista consulta la sua agenda, appuntamento alle 16 in via Lucrezio Caro, sede della neonata Rete 4 di Mondadori della quale è direttore artistico, c’è da mettere nero su bianco la prossima puntata di Italia parla, «il talk show senza peli sulla lingua», come ama definirlo, serata al ristorante Al Grottino con la sorella Anna e poi a letto presto come sempre, domani c’è l’incontro con i dirigenti Rai in via Teulada, la firma del contratto per la settima stagione di Portobello. Venerdì 17 giugno, non si poteva scegliere una data migliore?

Enzo non è superstizioso, ma i dubbi sul continuare o meno con la fortunata trasmissione li coltiva da tempo. Si è sempre sentito giornalista prima che presentatore, vorrebbe occuparsi d’altro, di storia, di letteratura, di politica come è nelle sue corde. Ma il mercatino del venerdì, con i suoi personaggi variopinti è una gallina dalle uova d’oro per mamma Rai, impossibile mollare adesso.

Giornalista. La verità è che scrive sempre meno, manca il tempo e la voglia di sopportare la continua battaglia con gli editori per imporre le proprie idee liberal-conservatrici in un’Italia manichea, colpita dagli scontri di piazza, dalla mafia, dal terrorismo rosso e nero. Si è pure sentito dare del fascista, roba da matti. Tanti nemici per Enzo Tortora, malelingue nei corridoi Rai, antipatie nelle sedi dei giornali, si parla male di lui perfino in luoghi lontanissimi dal suo mondo. In altri scenari e in altre stanze. Come l’ufficio della Procura penale di Napoli a Castel Capuano.

Nel capoluogo campano per anni si è concessa totale immunità a Raffaele Cutolo e alla Nuova camorra organizzata della quale è il boss indiscusso, si sono rispettati gli accordi tra malavita e potere politico, si sono supportati gli appetiti camorristi sugli appalti per la ricostruzione post terremoto e su ogni affare economicamente rilevante, si è chiuso un occhio sul centro di smistamento della droga proveniente dal Sud America … leggi tutto

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