Ripensare l’ora di insegnamento della religione cattolica a scuola (valigiablu.it)

di Chiara Adinolfi

Nelle ultime settimane, anche a seguito del 
presunto femminicidio della giovane Saman Abbas, 

la ragazza di origine pachistane scomparsa a Novellara, politici ed opinionisti sono tornati a interrogarsi sul ruolo che la scuola dovrebbe avere nel difficile compito di favorire l’integrazione interreligiosa e sul ruolo dell’insegnamento della religione.

L’importanza dello studio delle religioni è ormai riconosciuta in tutta Europa, tanto che nel 2008 è stata diramata una raccomandazione ai ministri dell’Istruzione del Consiglio d’Europa perché nei sistemi scolastici rientri anche “la dimensione delle religioni e delle convinzioni non religiose nella educazione interculturale, al fine di rinforzare i diritti dell’uomo, la cittadinanza democratica e la partecipazione”.

In quest’ottica, già dallo scorso anno, ad Amburgo, in Germania, è stata avviata una sperimentazione: gli studenti seguono tutti la stessa ora di lezione, i cui contenuti sono concordati con la chiesa protestante, le associazioni islamiche e la chiesa ebraica. Anche i docenti possono appartenere a ognuna di queste confessioni religiose, mentre in precedenza erano per lo più protestanti. 

In Italia, lo studio delle confessioni entra in classe durante l’ora di insegnamento della religione cattolica (IRC), eredità del Concordato tra Stato e Chiesa del 1929 che riconosce come “fondamento e coronamento dell’istruzione pubblica l’insegnamento della dottrina cristiana secondo la forma ricevuta dalla tradizione cattolica”. Con la caduta del fascismo, la Costituzione repubblicana sancisce l’indipendenza tra Stato e Chiesa (art. 7), ma l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole di Stato viene confermato.

E sottoscritto anche con la revisione del concordato del 1984 (“la Repubblica italiana, riconoscendo il valore della cultura religiosa e tenendo conto che i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano, continuerà ad assicurare, nel quadro delle finalità della scuola, l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche non universitarie di ogni ordine e grado”), poi aggiornato nel 2012 con l’ultima intesa Miur-Cei … leggi tutto

(Yusril Permana ali)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *