RITUALI E RIMOZIONI ARCHITETTONICHE RAFFORZANO O CANCELLANO LA MEMORIA? (glistatigenerali.com)

di TITTI FERRANTE

“Il mezzo può essere paragonato a un seme, il fine 
a un albero; 

e tra mezzo e fine vi è esattamente lo stesso inviolabile nesso che c’è tra seme e albero”

Sulla polemica riguardante i calciatori della Nazionale, sul gesto di inginocchiarsi per solidarizzare con il movimento antirazzista Black Lives Matter, interviene Saviano secondo cui “Si inginocchia chi vuole rendere rispetto a chi è vittima, segnare simbolicamente il proprio impegno perché le cose cambino”. Con quel gesto così simbolico, ricorda Saviano, ci si ispira a ciò che fece Martin Luther King a Selma quando furono arrestati centinaia di attivisti perché chiedevano il diritto di voto per gli afroamericani. Saviano spiega, poi, il significato del gesto: “La nostra è una lotta solidale.

Noi ci inginocchiamo per mostrare che è una lotta d’amore verso l’altro e che quindi è risolvibile anche la crudeltà altrui, inginocchiandosi e provando un nuovo cammino. Si rifà ad un passo del Vangelo, quando Cristo si inginocchia per pulire e lavare i piedi degli apostoli”.

Nella vita umana segni e simboli occupano un posto importante. In quanto essere corporale e spirituale insieme, l’uomo esprime e percepisce le realtà delle idee e dello spirito attraverso segni e simboli materiali. In quanto essere sociale, l’uomo ha bisogno di segni e di simboli per comunicare con gli altri per mezzo del linguaggio, di gesti, di azioni. La stessa cosa avviene nella sua relazione con Dio.

Se un atto simbolico serve a solidalizzare con una causa, non è vero, però, il contrario: la distruzione di un simbolo, come ad esempio una statua, non determina la scomparsa di un evento, un periodo storico, né serve a approfondirlo e criticarlo.

Il 2020 è l’anno in cui una parte d’America condanna e cancella Theodore Roosvelt e Woodrow Wilson, iniziando dalle loro statue. Il primo non darà più il benvenuto ai visitatori del Museo di Storia Naturale a New York.
Teddy Roosvelt, cugino di terzo grado di Franklin D. Roosvelt, fu uno dei pionieri dell’ambientalismo e dei parchi naturali, fu l’interprete della cosidetta “Era progressiva”, guidò un’offensiva contro i monopoli capitalistici usando la legislazione antitrust, vinse anche un Nobel per la pace.

La sua rimozione dalla scalinata d’ingresso è stata decisa dal sindaco democratico Bill De Blasio, d’intesa con la direzione del museo. Ciò che ha condannato quella statua è la scena che raffigura: il ventunesimo presidente degli Stati Uniti è a cavallo; a piedi, ai suoi lati, ci sono un indiano d’America e un nero, a simboleggiare la sottomissione delle due etnie … leggi tutto

(Cooper Baumgartner)

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