Domenica 4 luglio si è inaugurata ufficialmente la Convenzione Costituzionale,
composta dai 155 membri scelti dal popolo cileno per scrivere la nuova Carta Magna del Paese. Elisa Loncón, docente universitaria di mapudungun (lingua parlata Cile centrale e meridionale e nell’Argentina ovest-centrale dai Mapuche), linguista e attivista per i diritti del suo popolo mapuche, è stata eletta presidente e ha salutato con grande emozione l’apertura dell’organo costituente che “trasformerà il Cile in un paese plurinazionale, interculturale, che non attacchi i diritti delle donne e di chi si occupa della cura, un Cile che protegga la Madre Terra, che pulisca l’acqua, e contro ogni dominazione”.
Il compito che i delegati alla Convenzione sono chiamati a svolgere durante il prossimo anno infatti non è solo quello di riunirsi per riscrivere il testo costituzionale: il mandato consiste piuttosto nell’aprire un’ampia discussione politica sul modello che governa il Cile attuale e quello che si prefigura, e significa simbolicamente rifondare il paese.
Per la prima volta la Costituzione sarà scritta da rappresentanti eletti dal popolo, con parità di genere e la presenza dei popoli nativi, per questo la scelta di una donna mapuche come presidente è un primo segnale di grande importanza circa la volontà politica che questo organo è in grado di esprimere.
Attorno al palazzo in cui si è raccolta la Convenzione, migliaia di persone si sono date appuntamento fin dal mattino presto per accompagnare ma anche circondare i rappresentanti, vegliando sul ruolo a cui sono stati delegati e ricordando loro che non si può costruire un nuovo Cile mentre le persone che hanno reso possibile il processo costituente sono in carcere.
La liberazione dei detenuti e delle detenute nel contesto della rivolta cilena è stata una rivendicazione costante fin dal primo mese di proteste, nell’ottobre del 2019, ed è diventata ora una premessa irrinunciabile per dare inizio ai lavori della Convenzione.
Hanno richiesto questa condizione, all’indomani delle elezioni dello scorso 15 maggio, anche i costituenti della Lista del Pueblo, un eterogeneo coordinamento di dirigenti di movimento e referenti politici e territoriali nato a partire dalla rivolta, che aveva appena conquistato 27 seggi, superando perfino le proprie aspettative e infliggendo un duro colpo alla destra e ai partiti della ex Concertación … leggi tutto