Un podcast per raccontare il lavoro oggi. Storie di vite da cui emergono rivendicazioni che ci riportano al secolo scorso:
giusta retribuzione, otto ore lavorative, un giorno di riposo
Ese non ci sono lavoratori, pagateli di più. La frase sussurrata dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden in realtà non ha nulla di rivoluzionario, risponde proprio alle ferree regole del mercato neoliberale: se l’offerta manca bisogna alzare la posta sulla domanda. Se un bene è scarso e non ne trovi, devi pagare di più – semplice come ce lo hanno sempre raccontato i più infervoriti neoliberali.
Vale lo stesso principio anche in Italia, in un momento storico in cui si additano come fannulloni da reddito di cittadinanza coloro che preferiscono il divano a salari da fame, il tema del lavoro torna attore protagonista del dibattito pubblico. Vale la pena lavorare anche per un salario sotto la soglia di povertà? Considerando che la media del reddito di cittadinanza è 584 euro, ben al di sotto di un’esistenza dignitosa, forse proprio non ne vale la pena.
Il dibattito si è acceso ancora di più nell’era del (quasi) post covid, in cui i lavoratori stanno pagando le conseguenze più forti, per opportunità e salari decenti che si assottigliano sempre di più. Quasi un milione di disoccupati in più, oltre il 10% della popolazione. Ancora una volta i giovani sono i più colpiti con il tasso di disoccupazione che resta sopra il 30%. Contratti precari, in nero, molti lavoretti che stentano a dare un reddito che garantisca la sopravvivenza, un’instabilità pagata cara nel momento in cui gli ammortizzatori sociali coprono quanto emerge dai contratti.
La povertà salariale è urgente, anche e soprattutto considerato l’11% di lavoratori – con posizione regolare – che vivono sotto la soglia di povertà. Ma c’è tanto altro tra questi lavori sottopagati. Orari di lavoro estenuanti, , mancanza di un welfare adeguato, discriminazioni di genere, assenza della contrattazione collettiva in settori chiave sono solo alcuni degli elementi che contribuiscono all’aggravarsi della situazione lavorativa in Italia.
Racconti, storie, testimonianze di questo scenario vengono raccolte nel nuovo podcast dell’associazione Fornaci Rosse, dal titolo Le faremo sapere. Il progetto nasce «dall’esigenza di rappresentare le nostre vicende e quelle delle persone attorno a noi, in una sorta di seduta collettiva volta ad ottenere una maggiore coscienza di classe», scrive una dei due ideatori. In altre parole, ricreare una coscienza di classe, per raccontarci che non siamo classe media, siamo precari, spesso poveri, sempre stanchi, senza tempo e senza certezze … leggi tutto