La Commissione Europea a difesa dei diritti della comunità LGBT. Bruxelles ha aperto tre casi di infrazione, due contro l'Ungheria e uno contro la Polonia.
Nel caso dell’Ungheria, il presidente della Commissione Europea lo ha chiarito già qualche giorno fa
Ursula von der Leyen era stata chiarissima: “Questa legge è vergognosa”.
Si riferiva alla controversa legge ungherese emanata con lo scopo dichiarato di combattere la pedofilia… e che la CE considera discriminatoria.
Così Johannes Bahrke portavoce CE: “I casi includono la legge di recente adozione, che in particolare vieta o limita l’accesso a contenuti che promuovono o ritraggono la cosiddetta “divergenza dall’identità personale corrispondente al sesso alla nascita, al cambiamento di sesso o all’omosessualità” per i minori di 18 anni”.
È stato avviato anche un procedimento contro l’Ungheria in relazione a un libro di fiabe che raffigura famiglie dello stesso sesso.
Per quanto riguarda la Polonia, l’infrazione si riferisce alle cosiddette risoluzioni delle “zone libere da ideologia LGBT” adottate da diverse regioni e comuni polacchi.
Secondo un politico dell’opposizione ungherese, se questi governi non seguono le regole comuni, non dovrebbero avere accesso ai fondi europei.
Dice Anna Donath, ungherese di Renew Europe: “Nelle ultime due settimane ci sono state le gocce che hanno fatto traboccare il vaso. L’Europa non è la prima volta che ha detto che ci sono regole comuni e tutti devono giocare nella stessa squadra. Questi governi hanno continuato ad andare avanti per conto proprio. È importante ricordare che alla fine, i cittadini polacchi e ungheresi sono quelli che ne stanno pagando il prezzo”.
Il partito di governo ungherese, Fidesz, non commenta. I due governi hanno due mesi di tempo per rispondere.