di Dario Di Vico
La metafora non è originalissima ma rende.
Proponendo o solo ipotizzando un referendum abrogativo del reddito di cittadinanza Matteo Renzi ha replicato la mossa dell’elefante in cristalleria. Il Reddito fortissimamente voluto dal Movimento 5 Stelle durante la pandemia alla fine il suo compito l’ha fatto, ha rappresentato una diga contro un ulteriore smottamento della società ma si porta dietro tante contraddizioni.
Il leader di Italia viva lo sa, ma una battaglia «migliorista» non sembra interessargli, preferisce rompere i vetri specie se si tratta di quelli del Pd, spera forse di portarsi dietro la Lega ma comunque finisce per fare un regalo ai 5 Stelle. Così la pensa Tommaso Nannicini, il padre del jobs act («una riforma Gorbaciov, più amata all’estero che in Patria») e ora parlamentare del Pd.
«Polarizzare l’elettorato ci fa tornare indietro di qualche anno. Il referendum è tutto giocato in chiave tattica, mentre noi avremmo bisogno di migliorare e ricucire il welfare. Andando incontro alle esigenze di precari, giovani e partite Iva». È evidente che nel gioco dei costi e benefici della battaglia politica — o come si usa dire delle “bandierine” — i percorsi della buona amministrazione si perdono. Eppure il dibattito sulla revisione del Reddito non solo trova qualche urgenza nella congiuntura politica ma avrebbe il vantaggio di contribuire a risistemare il puzzle del welfare italiano.
Il mea culpa di Tridico
L’antefatto è facile da raccontare. Nonostante che l’Italia del ‘900 sia stata la culla della sinistra laburista e del sindacalismo abbiamo colpevolmente ritardato nel dotarci, come quasi tutti i Paesi europei, di un reddito minimo che combattesse la povertà. In extremis il centro-sinistra tentò di porre rimedio a questa clamorosa amnesia istituendo sotto il governo Gentiloni il Rei (Reddito di inclusione), che aveva però dei limiti oggettivi di stanziamento e conseguentemente di una platea ristretta di beneficiari.
La vittoria elettorale dei 5 Stelle aprì la strada all’attuale Reddito di cittadinanza che fu però mal disegnato e a chi lo mise nero su bianco sin dai primi giorni fa piacere che adesso questo giudizio venga fatto proprio anche dal presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, vero regista dell’operazione.
Si scelse la formula ibrida — come la chiama Nannicini — si vollero sommare l’obbiettivo del contrasto alla povertà con quello della lotta alla disoccupazione costruendo così un ircocervo, andando a pescare un presunto guru (Mimmo Parisi) nel Mississippi e istituendo una figura quella dei navigator che l’attuale ministro del Lavoro, Andrea Orlando considera da eliminare … leggi tutto