Per i centri per l’impiego sono stati assunti più di 11 mila nuovi operatori.
Peccato che abbiano competenze del tutto inadatte alle sfide del mercato del lavoro. Si amplia così il divario tra pubblico e privato nell’erogazione delle politiche attive.
Il programma di rafforzamento dei Cpi
Dopo decenni di attesa è finalmente in fase di attuazione, da parte delle Regioni, il programma di rafforzamento del personale all’interno dei centri per l’impiego. Arrivano oltre 11 mila nuovi operatori, si tratta del più importante intervento dedicato ai servizi pubblici per l’impiego da quando sono stati istituiti.
Purtroppo, per un errato indirizzo politico e di governance, il piano di rafforzamento rischia di essere del tutto “inutile” dato che la stragrande maggioranza dei nuovi funzionari saranno prevalentemente esperti di diritto amministrativo, bravissimi nella registrazione dei disponibili al lavoro, nell’adeguamento dei decreti ministeriali regionali e delle linee guida di Anpal. Peccato che di tutta questa “burocrazia” il disoccupato alla ricerca del lavoro non sappia cosa farsene.
Il disoccupato “tipico” che richiede assistenza ai centri per l’impiego (esclusi coloro che ne fanno richiesta solo per adempimenti volti a ricevere la Naspi) è spesso un soggetto molto svantaggiato, scoraggiato e ”costantemente” alla richiesta di assistenza. Tale costante è dovuta al fatto che l’uscita dalla disoccupazione, se avviene, è attraverso contratti di breve durata, in settori che spesso non garantiscono stabilità e crescita professionale (bad jobs). Insomma, si tratta di un target dove certamente non è sufficiente qualche ora dedicata allo scouting online e un corso di formazione di una settimana per rimetterlo in careggiata, qui il processo di ricollocazione è lungo e complesso.
Proprio questa complessità richiede che i centri per l’impiego siano pronti alla “sfida”, ma per esserlo sono necessarie figure totalmente diverse dal funzionario pubblico, che richiamano professioni come il case-manager, esperto o esperti in due ambiti ben specifici:
– psicologia (area lavoro/professioni): l’operatore deve motivare l’utente preso in carico e realizzare il bilancio di competenze. Si tratta di numerosi incontri ed è un processo che avviene singolarmente o in gruppo;
– orientamento: volto ad assistere l’utente nell’attività di ricerca del lavoro, in particolare attraverso la funzione del facilitatore digitale, dovrebbe aiutare il disoccupato nello scouting online. L’orientatore dovrebbe anche predisporre con l’utente il percorso di riqualificazione professionale.
Si tratta di competenze specifiche (a cui si dovrebbero sommare quelle relative ai servizi alle imprese), pensare che possano essere acquisite con qualche settimana (o mese) di formazione da parte dei servizi al lavoro regionali o di Anpal è pura illusione (o follia) e rappresenta anche una visione di scarsa professionalità, a discapito degli utenti … leggi tutto
(CDC)