di Giulia Blasi
Sarebbe impreciso dire che la discussione al Senato sul DDL Zan sta facendo uscire i mostri:
li ha, piuttosto, concentrati in un’unica sala, nell’arco di pochi giorni. Non mi faccio problemi a usare il termine “mostri” per definire le teorie bizzarre e deformi portate avanti da chi si oppone alla legge contro i crimini d’odio per sostenere le proprie argomentazioni, e allora vai di fantasia, vai di distorsione, falsità, invenzione o negazione della realtà.
Simone Alliva su L’Espresso ne fa una bella – vabbe’ si fa per dire – antologia, con alcuni grandi classici (“l’utero in affitto” tirato in ballo a casaccio, quando la legge si occupa di tutt’altro, ma come spauracchio funziona sempre; oppure il solito Simone Pillon, che non si fa scrupolo di tirare in ballo l’ignaro Federico Chiesa, strumentalizzando la sua chiamata alla mamma dopo la vittoria agli Europei) e qualche new entry (la senatrice Ronzulli, che se ne esce con un incredibile “fluid gender” sostantivato: “La teoria del fluid gender”, deve essere la cara vecchia teoria gender che sale di livello).
Chiamarlo “circo” sarebbe fare un torto grave alla nobile arte dei Togni e degli Orfei, gente seria che il suo lavoro lo fa seriamente. Caciara, pipinara o ammuina forse funzionano meglio, ma comunque la vogliamo chiamare, la discussione intorno al disegno di legge proposto da Alessandro Zan ha avuto il pregio di far emergere la sostanziale impossibilità di mettere seriamente in discussione un disegno di legge già contrattato al ribasso: discutere del DDL si dovrebbe, ma non ci si riesce, perché chi è a favore ha la realtà empirica dalla sua, le vite di persone vere, le storie di chi è stato colpito da un crimine d’odio.
Dall’altra parte, vuoti allarmismi e critiche radicate in un’idea di società che ha dimostrato di offrire più svantaggi che vantaggi, la società delle divisioni rigide, dei ruoli prestabiliti, del predominio dei maschi bianchi borghesi eterosessuali e cisgender che ogni tanto, con magnanimità, lasciano uno strapuntino libero per le loro ancelle.
Peccato, perché ci sarebbe davvero bisogno di una discussione seria intorno a un argomento importante come il DDL, che se affrontata con la dovuta profondità apre scenari che vanno presi in considerazione, perché ci indicano come cambierà il mondo nei prossimi decenni. La compagine parlamentare, purtroppo, non ha voluto o potuto approfondire i temi connessi al DDL, liquidandoli come “ideologici”: le ideologie, si vede, sono sempre quelle degli altri.
Nella vita reale, è in atto una quieta rivoluzione dell’essere che con il tempo ci porterà a guardarci reciprocamente in maniera del tutto diversa … leggi tutto