di Matteo Moca
«Così, libro dopo libro, il libro di tutti i libri potrebbe mostrarci che ci è stato dato perché tentiamo di entrarvi come in un secondo mondo e lì ci smarriamo, ci illuminiamo e ci perfezioniamo»: questa citazione di Goethe, scelta da Roberto Calasso come esergo e titolo del suo ultimo libro, Il libro di tutti i libri appunto, riassume il modo in cui lo scrittore ed editore di Adelphi approccia i testi dell’Antico Testamento che sono il cuore di questa suo nuovo lavoro.
Alla maniera di Goethe, negli undici capitoli che compongono questo libro Calasso si fa guidare dalla Parola, misterica e complessa, fino quasi a perdere l’orientamento: ma proprio in quel preciso momento l’autore sembra trovare l’illuminazione di cui parla lo scrittore tedesco, la linfa per poter procedere fino all’illuminazione successiva in un virtuoso e continuo percorso interpretativo.
Con questo tema Calasso decide di andare a indagare uno degli incubatori principali di tutta la cultura occidentale, il «grande codice dell’Occidente» secondo la celebre espressione di Northrop Frye, il luogo dove rintracciare i personaggi e i luoghi che hanno offerto, nel corso dei numerosi secoli, strutture fondamentali per le narrazioni e per gli apparati legislativi, oltre a offrire altresì la possibilità di modellare le forme della fantasia e dell’invenzione … leggi tutto