"Chiedo aiuto al CIO,
sono sotto pressione, stanno cercando di portarmi fuori dal paese”. A lanciare l’sos, attraverso i suo profili social, è l’atleta bielorussa Krystsina Tsimanouskaya. Stando alla velocista, il comitato olimpico bielorusso avrebbe provato a costringerla a lasciare Tokyo per tornare in patria, una mossa dietro la quale ci sarebbero le sue lamentele per essere stata inserita nella staffetta 4×400, nonostante non abbia mai corso la gara.
Tsimanouskaya ha raccontato di essere stata portata, contro la sua volontà, all’aeroporto di Tokyo da alcuni funzionari bielorussi. Una volta lì però è riuscita a chiedere l’aiuto della polizia giapponese, evitando di essere imbarcata su un volo per Istanbul. L’atleta avrebbe intenzione di chiedere asilo politico all’ambasciata austriaca a Tokyo.
A controllare il comitato olimpico bielorusso sono il presidente Alexanader Lukashenko e suo figlio Viktor, entrambi già banditi dal Cio e impossibilitati ad essere presenti a Tokyo. Negli ultimi mesi sono diversi gli atleti bielorussi che si sono rivolti al Cio dopo avere subito delle intimidazioni in seguito alle manifestazioni di massa contro Lukashenko cominciate lo scorso agosto nel paese.