Il leghista Borghi,
noto alle cronache per le grottesche enormità su euro e lotta alla pandemia, ora sfotte in modo indecente e disumano sia i disperati sbarcati a Lampedusa sia i siciliani costretti da quelli come lui a rivivere in zona gialla
Ci sono Miserabili e miserabili. Ci sono i perseguitati e i derelitti, i profughi e gli ultimi della terra alla ricerca di riscatto e di redenzione, come li raccontava Victor Hugo e come li vediamo all’aeroporto di Kabul e sui barconi dei migranti. E poi c’è Claudio Borghi, la cui epica al massimo può essere materia da talk show di La7 e di Retequattro.
Borghi è uno dei più stravaganti prodotti dell’improbabile talent show politico di dilettanti allo sbaraglio Made in Padania, ai cui impresari va riconosciuta la primogenitura merceologica rispetto a quella dei colleghi di bipopulismo grillini.
Ho conosciuto per caso il Borghi a una cena di ricconi milanesi cui l’allora ex candidato presidente sconfitto alle regionali toscane annunciava le mirabili e progressive sorti per l’economia che avrebbe generato ai commensali l’uscita dell’Italia dall’euro.
I ricconi milanesi, meno baluba degli americani immortalati da Tom Wolfe in Radical chic, non lo hanno coccolato al modo di Lenny Bernstein con le Pantere Nere invitate nel suo attico sulla Fifth Avenue, si sono limitati a compatirlo come si usa fare con i matti del villaggio mentre a mezza bocca hanno spiegato ai vicini di portata che se a un allocco del genere avessero dato una qualche responsabilità di governo certamente avrebbero trasferito bagagli e capitali in sicure zone euro.
Borghi è un No Euro e No Vax o No GreenPass, che è la stessa cosa, perché le scemenze non agiscono mai da sole, noto per le sue favolose figure di palta sull’Internet dove si vanta come un personaggio di Carlo Verdone di cantarla chiara a tutti, soprattutto sui temi di cui dice di essere esperto. E più dice di essere esperto, più dice enormità, tra i fragorosi applausi di anonimi bandierini sovranisti e di saltimbanchi vari.
A un certo punto, durante il governo più stravagante della storia repubblicana, il Conte uno, Borghi è stato eletto presidente della Commissione Bilancio della Camera, un incarico dove Salvini lo ha relegato perché ritenuto meno pericoloso per il paese rispetto a posti più esecutivi cui il mitomane aspirava.
Ma Borghi è dotato di un innato talento per le figuracce, sicché anche da quel ruolo istituzionale periferico le sue insensatezze quotidiane riprese dalle agenzie di stampa hanno fatto danni, parecchi danni, contribuendo ad alzare lo spread dei nostri titoli rispetto a quelli tedeschi a discapito dei risparmi degli italiani che lui voleva ricompensare con mini Bot e altre corbellerie … leggi tutto
(Enrica Tancioni)