Il Pil dell'Italia cresce quest'anno del 5,9% e l'economia del Paese potrà tornare a livello pre-crisi Covid entro i primi sei mesi del prossimo anno.
A prevederlo è l’Ocse, che ha stimato la ripresa in Italia nella odierna Economic Survey sul Paese. «Si prevede che l’economia recuperi i livelli del 2019 entro la prima metà del 2022», dopo una crescita per quest’anno stimata al 5,9%, sostiene l’organizzazione internazionale.
«Il debito pubblico salirà quasi al 160% del Pil nel 2021» e si invita quindi a «continuare a fornire sostegno fiscale, sempre più mirato, fino a quando la ripresa non sarà consolidata nei settori economico e occupazionale».
Ocse sull’Italia: «Ritorno a livelli economia pre-crisi a metà 2022»
L’Ocse auspica anche «un piano fiscale di medio periodo da attuare una volta che la ripresa sarà consolidata», per «ridurre il rapporto tra debito pubblico e Pil». E poi si sofferma sul reddito di cittadinanza. La sua introduzione «ha contribuito a ridurre il livello di povertà delle fasce più indigenti della popolazione» e sebbene i livelli di povertà siano aumentati con la pandemia, «nel 2020 i trasferimenti pubblici hanno limitato la diminuzione del reddito disponibile delle famiglie al 2,6% in termini reali», è scritto nell’Economic Survey sull’Italia.
L’Ocs ricorda che, rispetto alla raccomandazione a rafforzare i servizi di assistenza sociale a livello comunale e stabilire una collaborazione con i i servizi pubblici per l’impiego, «il numero di beneficiari che di fatto hanno poi trovato impiego è scarso».
Il rapporto sull’Italia
L’economia italiana, scrive l’Ocse nel documento dedicato al nostro Paese, «si sta risollevando dalla crisi indotta dalla pandemia da Covid-19». «Il generoso sostegno del Governo ha mitigato le perdite di posti di lavoro e le avversità, e ha altresì preservato la capacità produttiva», continua l’organismo internazionale con sede a Parigi, aggiungendo che «le garanzie sui prestiti e le moratorie sul rimborso del debito hanno sostenuto la liquidità delle imprese e ne hanno limitato i fallimenti.
I regimi di lavoro a tempo ridotto e il divieto di licenziamento sono stati integrati da un sostegno al reddito per coloro che non beneficiano delle reti di sicurezza esistenti, unitamente al rinvio delle date di pagamento delle imposte dovute … leggi tutto
(Daniel Wiadro)