La tragica normalità della destra italiana, un po’ fascista, un po’ spinoff dei Blues Brothers (linkiesta.it)

di Francesco Cundari

Tra Luca Zaia che organizza a Recoaro Terme un 
tour con personale in divisa della Wehrmacht e il 
candidato sindaco di Roma Enrico Michetti, 

il «mister Wolf» fortissimamente voluto da Giorgia Meloni, ormai costretto a fare appello ai suoi stessi candidati per evitare post antisemiti, mancano solo i nazisti dell’Illinois, anzi di Latina

Prima il sottosegretario leghista, Claudio Durigon, che propone di intitolare ad Arnaldo Mussolini un parco di Latina già dedicato alla memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino: frase infelice secondo Matteo Salvini, un banale errore di comunicazione secondo l’interessato (che comunque, dopo molte resistenze, ha portato alle sue dimissioni dal governo).

Poi il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che in un post su Facebook annuncia la brillante iniziativa del bunker-museo di Recoaro Terme, occupato a suo tempo dai nazisti del maresciallo Kesselring: offrire visite guidate alla struttura accompagnati da personale in divisa della Wehrmacht (la citazione più appropriata, in merito, si deve a un tweet di Maria Laura Rodotà: «Lo avrai camerata Kesselring il monumento che pretendi da noi italiani…»). Dopo varie proteste il post è stato cancellato e l’incidente addebitato a qualche agenzia di comunicazione.

Infine, ma è in verità l’episodio più grave, il caso di Francesca Benevento, la candidata al comune di Roma nella lista civica a sostegno di Enrico Michetti, pubblicamente scaricata dopo le dichiarazioni da lei messe nero su bianco contro il ministro Roberto Speranza, definito in un post su Facebook «il ministro ebreo ashkenazita formato dalla McKinsey, che riceve ordini dall’élite finanziaria ebraica», in un delirio nazi-no vax che sembra uscito da un film di John Landis.

Ma in verità siamo noi che sembriamo precipitati in uno strano spin-off dei Blues Brothers, tra i nazisti di Recoaro Terme e i fascisti di Latina, con Michetti, il «mister Wolf» fortissimamente voluto da Giorgia Meloni, ormai costretto a fare appello ai suoi stessi candidati, dichiarando pubblicamente che se qualcuno di loro non condivide il suo personale rifiuto dell’antisemitismo e del razzismo «è pregato di farsi da parte, con piena diffida dall’utilizzo del simbolo, visto che purtroppo non è possibile estromettere un candidato dopo che le liste sono state depositate».

Il che è verissimo, ed è anche il motivo per cui bisognerebbe pensarci prima di candidarlo … leggi tutto

(Un’mmagine del bunker inaugurato Zaia.foto è di Roberto Rizzotto pubblicata da Zaia sul suo profilo Facebook )

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *