di MASSIMO BALDINI, SILVIA GIANNINI E SIMONE PELLEGRINO
Appena si parla di riforma del catasto, si levano gli scudi.
Si teme un aumento delle imposte sugli immobili, molto impopolare in un paese dove la maggioranza delle famiglie è proprietaria di casa. Ma la revisione è necessaria, per equità ed efficienza.
Chi ha paura della riforma del catasto?
I giornali del 15 settembre erano tappezzati di articoli contro la riforma dei valori catastali che potrebbe essere contenuta nell’imminente disegno di legge delega sulla riforma fiscale.
Riformare il catasto non necessariamente implica un aggravio di imposta in questo comparto di imposizione. Questo è però il timore più diffuso e, in Italia, da decenni, chi tocca la casa è politicamente sconfitto. La giustificazione va ricercata nell’elevata quota (circa tre quarti) di famiglie proprietarie dell’immobile di residenza, nel non esiguo numero di famiglie proprietarie di altri immobili (circa un terzo) e nel fatto che le famiglie italiane tendono ad essere mediamente cash-poor e asset-rich. Ma si potrebbe ragionevolmente argomentare che, proprio perché le proprietà immobiliari sono così diffuse, il sistema catastale deve essere strutturato bene.
Le imposte sulla casa rappresentano uno dei veri tabù del nostro sistema impositivo. Quando si parla di catasto il primo pensiero va all’imposizione sull’abitazione di residenza, da qualche anno di nuovo esente ai fini patrimoniali per la quasi totalità delle residenze. È un modo quanto meno incompleto di guardare a questo tipo di imposte. In Italia le entrate totali nel 2020 ammontano a circa 789 miliardi di euro, mentre il gettito dell’Imu o della Tasi sulla prima casa, quando erano in vigore, era pari ad appena 4 miliardi di euro, davvero poco rispetto al totale delle entrate.
Il dibattito politico sull’ imposizione della prima casa ha comunque avuto, inspiegabilmente, una eco molto forte negli ultimi 15 anni. È anche poco il valore del gettito se guardiamo all’Imu derivante dagli immobili diversi dalla prima casa, 20 miliardi di euro in totale. L’insieme delle imposte che gravano sugli immobili valgono in totale circa 40 miliardi, perché vanno considerate anche le altre imposte collegate agli immobili, come l’Iva, la cedolare secca, l’imposta di registro e di bollo, etc.
Un sistema catastale aggiornato è una questione di civiltà impositiva e, infatti, se ne parla da decenni. Qualche anno fa era persino pronta una legge delega, che poi non è stata attuata.
Vediamo quindi alcuni numeri (come riportato nell’ultima edizione de Gli immobili in Italia, curato dal ministero dell’Economia e delle Finanze e dall’Agenzia delle Entrate), che suggeriscono riflessioni più meditate … leggi tutto
(Ярослав Алексеенко)