Si parla molto di migrazioni forzate per cause ambientali. Ma se spinte dai disastri ambientali, le persone si spostano verso altre regioni del proprio paese. Per affrontarle in modo efficace, ambiente e asilo sono questioni che vanno tenute distinte.
Cambiamento climatico e migrazioni
La conferenza di Madrid sul cambiamento climatico ha rilanciato l’attenzione su quella che è una delle grandi sfide, forse la maggiore, per il futuro dell’umanità. Tra i suoi riflessi, spicca l’intreccio con un’altra questione molto dibattuta, quella delle migrazioni e degli spostamenti di persone in cerca di asilo. Molti oggi discutono di “migrazioni forzate per cause ambientali”.
Credo che il problema vada affrontato alla luce di tre presupposti. In primo luogo, chi fugge da un pericolo in genere non si è preparato a partire, non dispone di risorse adeguate per lunghi spostamenti, quindi fa poca strada.
Nelle statistiche sull’asilo pubblicate dall’Unhcr (l’agenzia dell’Onu che se ne occupa), su 71 milioni di rifugiati nel mondo, circa 41 sono sfollati interni, ossia hanno cercato scampo in una regione un po’ più sicura all’interno del loro paese.
Dei 30 milioni circa che hanno varcato un confine, quattro su cinque si sono fermati nel paese accanto … leggi tutto