di Mario Lavia
A cinque giorni dalle amministrative i dem si sono imbizzarriti
perché il leader di Azione è stato apprezzato da quel Giorgetti che non solo non è Belzebù ma è il politico sul quale puntano molti del Partito democratico come alternativa a Matteo Salvini
«Se la destra divide il paese, dobbiamo essere consapevoli che nello scontro sociale vince chi trova maggiore ascolto presso le componenti più ragionevoli della parte avversa» (Massimo D’Alema, “Una sinistra che parli a tutti”, Italianieuropei n.3, 2002)
Ha fatto molto scalpore, nel Partito democratico, il giudizio positivo di Giancarlo Giorgetti su Carlo Calenda come possibile sindaco di Roma, espresso in una intervista alla Stampa non esente da stranezze (Draghi al Quirinale con la certezza che i poi i soldi verranno buttati via: che senso ha?).
Non è un’indicazione di voto (la Lega è con «Michetti chi?») ma un apprezzamento che comunque ha fatto scattare i dirigenti locali e nazionali contro il leader di Azione, additato come un traditore al soldo del nemico.
Va bene che in campagna elettorale vale tutto ma qui siamo in piena contraddizione con la storia della sinistra italiana e di quel Partito comunista italiano da cui provengono molti strateghi del Nazareno: non c’è bisogno di farla lunga ma da Palmiro Togliatti a Enrico Berlinguer a Massimo D’Alema l’obiettivo di spaccare la destra favorendo l’emersione della sua parte «più ragionevole» è stato costante, un imperativo categorico a cui sono state educate generazioni di militanti e dirigenti, e d’altronde la cosa è facilmente verificabile, esistono enormi biblioteche ove trovarne conferma.
Prendere i voti di una parte della destra è esattamente l’obiettivo che ogni candidato di sinistra deve porsi se vuole vincere – stante l’eterna lettura pessimistica ma non lontana dal vero secondo cui l’Italia è un Paese di destra – e tradizionalmente è considerato bravo quel candidato o quell’esponente capace di parlare a tutti, come recita il pezzo dalemiano sopra riportato, il contrario del “pochi ma buoni” che sembra connotare certi tic nazarenici.
È la scoperta dell’acqua calda. L’abc della politica … leggi tutto