La storia di “C’era una volta in America”, tra leggenda e ossessione (huffingtonpost.it)

di Giacomo Galanti

Il giornalista Piero Negri Scaglione racconta 
in un libro la genesi dell'ultimo film di 
Sergio Leone

La prima volta che Sergio Leone parla in pubblico dell’idea di girare “C’era una volta in America” è il 1969. L’occasione è un programma della Rai condotto da Corrado che si chiama “A che gioco giochiamo?”. Il grande regista ha da poco portato sugli schermi “C’era una volta il west” e due anni dopo girerà “Giù la testa”.

Mentre il film che annuncia in diretta televisiva uscirà solo nel 1984. Ben quindici anni dopo, ma se prendiamo il primo momento in cui Leone comincia a pensarci bisogna aggiungere altri tre anni: in tutto fanno diciotto. A raccontarlo è il giornalista Piero Negri Scaglione in un libro imperdibile per tutti gli appassionati di cinema: Che hai fatto in tutti questi anni, edito da Einaudi. Più di 200 pagine in cui viene svelato ogni piccolo particolare dietro a questa opera che va oltre il cinema, assumendo agli occhi dei più un qualcosa di mitico.

Partiamo subito dalla battuta più celebre, una delle più citate della storia del cinema. A pronunciarla è il protagonista, un Noodles ormai invecchiato interpretato da Robert De Niro che alla domanda di un amico su cosa abbia fatto in tutti questi anni, risponde: “Sono andato a letto presto”. Il padre di questa intuizione è Enrico Medioli, fine sceneggiatore di pellicole come “Rocco e i suoi fratelli”, “Il gattopardo” e “La ragazza con la valigia” per citarne alcune.

E spiega all’autore del libro che si tratta di un “furto” alla Recherche di Marcel Proust … leggi tutto

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