di Alice Pisu
Quando uscì per la prima volta in Italia Prudenti come serpenti, edito da 66thand2nd con la traduzione di Ilaria Tarasconi,
l’autrice Lola Shoneyin intervenne al festival romano Letterature per parlare della situazione della Nigeria anche attraverso la storia della sua famiglia. Suo nonno era un re yoruba, abbracciò la poligamia, ebbe cinque mogli. I genitori di Lola appartenevano a estrazioni sociali diverse, si sposarono a Londra negli anni Sessanta e le permisero di formarsi nel Regno Unito. Shoneyin sceglierà di tornare nei luoghi dei suoi avi per studiare Letteratura inglese e dare una forma narrativa all’esperienza.
Le tensioni domestiche del quotidiano forgiarono la sua visione delle relazioni sin da tenera età, portandola negli anni a definire una voce anzitutto poetica per descrivere le crepe della società nigeriana.
Ben presto la poesia si impone in Shoneyin come strumento primario di denuncia e al contempo di esplorazione sensibile. I suoi versi immortalano le contraddizioni insite nell’impostazione di stampo cristiano, che influiscono nell’accentuare gravi disparità di genere e definiscono il significato dell’emancipazione nell’incapacità condivisa di rivendicare diritti non assimilati.
Poco più che ventenne si scaglia contro le storture generate da alcune istituzioni tradizionali, indaga il significato della violenza, le sue degenerazioni in una società patriarcale, la concezione della donna e la sua definizione in base alla possibilità o meno di procreare.
Sin dall’uscita di So All The Time I was Sitting on an Egg sino a For the Love of Flight, le sue pagine furenti si rivelano un potente catalizzatore della sua ira: l’urgenza diventa ben presto quella di cristallizzare quel presente di soprusi e abulia.
La poesia è il manifesto del pensiero di Shoneyin, la misura di un dolore che preme e che invoca un’esplosione per smuovere le coscienze e innescare, anzitutto nelle donne, una presa d’atto della necessità di contribuire con maggior coraggio a un reale cambiamento.
Che si tratti del verso, della narrazione o dell’intervento critico, l’impegno di Shoneyin come intellettuale non si riduce alla mera raffigurazione della violenza, ma intende travalicare l’indignazione. Il modo in cui affronta i grandi temi della contemporaneità e indugia, ad esempio, sulle efferatezze compiute da Boko Haram, ha lo scopo di imporre immagini che devono essere osservate nella loro durezza per non relegarle all’ambito continentale.
In tale prospettiva l’indagine sociale di Shoneyin si sofferma sul modo strumentale di usare un radicamento ai principi cristiani per fomentare pregiudizi e disuguaglianze … leggi tutto