Nel 2016 Raggi e Appendino hanno vinto in modo ampio e inaspettato.
Dopo cinque anni di disastri e malagestione gli elettori non hanno voluto più saperne
Da quando in Italia vigono elezione diretta dei sindaci e doppio turno, vale a dire dal 1993, la tendenza alla riconferma dei sindaci uscenti è sempre stata nettissima. È stato così nel 1997, ad esempio, per Francesco Rutelli a Roma (riconfermato al primo turno col 60 per cento), Antonio Bassolino a Napoli (riconfermato al primo turno col 72),
Massimo Cacciari a Venezia (riconfermato al primo turno col 64), Valentino Castellani a Torino (riconfermato al ballottaggio), Riccardo Illy a Trieste (riconfermato al ballottaggio).
A Milano, in quella stessa tornata, la spaccatura tra Lega e centrodestra rese praticamente impossibile la riconferma dell’uscente Marco Formentini (Lega), portando alla vittoria di Gabriele Albertini (Polo della libertà), pure lui riconfermato al primo turno alle elezioni successive, nel 2001. Come la maggior parte dei suoi colleghi di lì in poi (il tasso di riconferma, sebbene in leggero calo rispetto agli anni novanta, è rimasto sempre altissimo: recentemente Youtrend ha calcolato che il sindaco che si ripresenta viene rieletto in 3 casi su 4).
Ogni tanto, ovviamente, è accaduto pure che un sindaco uscente perdesse al ballottaggio, come è capitato ad esempio a Gianni Alemanno, a Roma, nel 2013. Ma che in una grande città un sindaco uscente non arrivasse nemmeno al secondo turno, come è successo ieri a Virginia Raggi proprio nella capitale, è un caso più unico che raro.
Ancora più notevole, però, è che il risultato di Raggi, insieme con il caso di Torino (dove Chiara Appendino non si è nemmeno ripresentata, e la candidata grillina Valentina Sganga, mentre scrivo, non sembra essere arrivata al 10 per cento), conferma un dato costante del Movimento 5 stelle. Un dato tanto più significativo perché in netta controtendenza rispetto all’intero panorama politico nazionale, riassumibile nella formula: se li conosci li eviti.
Non c’è vittoria, anche clamorosa ed entusiasmante (per loro, s’intende), come quelle di Raggi e Appendino nel 2016, che sia stata seguita da una riconferma da parte degli elettori alla tornata successiva. L’unico caso, almeno tra i centri maggiori, è stato quello di Federico Pizzarotti, che a Parma è riuscito a farsi rieleggere, ma solo dopo essere stato espulso dal movimento (a conferma della regola) .. leggi tutto
(Agni B)