Couchsurfing.com non è più quello di una volta (ilpost.it)

Il sito per dormire gratis sul divano di 
sconosciuti era amato da tantissimi 
viaggiatori, 

ma negli ultimi anni è diventato un’altra cosa

Ci sono stati anni, non molto tempo fa, in cui Couchsurfing.com era usato e apprezzato da molti, anche in Italia. Era comodo, popolare e – dettaglio per nulla indifferente, vista l’età e le finanze di molti suoi utenti di allora – del tutto gratuito. Permetteva infatti di dormire gratis (sui divani o dove c’era spazio) a casa di altre persone che avevano offerto un posto. Senza dover pagare niente, con Couchsurfing si poteva quindi pernottare gratis un po’ ovunque nel mondo, e magari farsi pure nuovi amici ospitando o venendo ospitati da altri.

In un recente articolo che ne ha ricostruito la storia, il sito Input ha scritto che Couchsurfing è stato «il più grande sito di scambio di ospitalità e uno dei più grandi esperimenti della gift economy», l’economia del dono. “È stato” perché, sebbene ancora esista, non è più così grande e non è nemmeno più gratis.

Entrambe le cose hanno un po’ a che fare con la pandemia, ma anche con una serie di problemi che Couchsurfing iniziò ad avere diversi anni fa. Come ha detto a Input un ex dipendente che ci ha lavorato dal 2007 al 2020, «è ormai quasi un decennio che Couchsurfing spezza molti cuori».

Couchsurfing fu concepito a fine anni Novanta da Casey Fenton, un programmatore del New Hampshire che, dice lui, durante una vacanza in Egitto si rese conto che «il mondo non era quel posto spaventoso che pensavo», e aveva cominciato a viaggiare.

Nel 1999, prima di una vacanza in Islanda, l’allora ventunenne Fenton riuscì a ottenere il database degli studenti di un’università di Reykjavik e mandò a circa 1.500 indirizzi una mail in cui chiedeva ospitalità gratuità. Gli risposero alcune decine di studenti e finì per stare a casa di uno di loro. Sul volo di ritorno gli venne l’idea e il 12 giugno 1999 registrò il dominio “couchsurfing.com”.

Per dare struttura al sito e concretezza all’idea, Fenton si mise a collaborare con l’amico Daniel Hoffer e con i web designer Sebastien Le Tuan e Leonardo Bassani da Silveira, che fondarono con lui Couchsurfing. Pare tuttavia che la maggior parte del lavoro lo facesse Fenton: «penso che gli piacesse passare tempo con noi e che decise che fosse interessante fondare insieme una società», ha detto Hoffer, che lo aveva conosciuto lavorando con lui in una società di consulenza … leggi tutto

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