Detenzioni arbitrarie e torture.
Arruolamento di bambini soldati e uccisioni di massa. Schiavitù e stupri. Sono gravi, gravissime le violazioni dei diritti umani perpetrate in Libia che hanno fornito “motivi ragionevoli” al Consiglio per i diritti umani dell’ONU (Ohchr) per accusare di aver commesso“crimini di guerra” contro la popolazione tutte le parti coinvolte nel conflitto tra governi e coalizioni rivali per la conquista del potere.
I risultati della Missione di inchiesta indipendente sulla Libia parlano chiaro. Particolarmente esposti ad abusi, nei centri di detenzione e per mano dei trafficanti, sia i migranti, che cercano di attraversare il mar Mediterraneo per raggiungere l’Europa, che i prigionieri delle carceri, torturati quotidianamente e ai quali viene impedito di ricevere le visite dei familiari.
Nel documento, che verrà presentato oggi al Consiglio per i diritti umani, viene spiegato come migranti, richiedenti asilo e rifugiati siano soggetti a una sequela di abusi.
«Le nostre indagini indicano che le violazioni contro i migranti sono state commesse su vasta scala da attori statali e non statali, con un alto livello di organizzazione e con l’incoraggiamento dello Stato, il che suggerisce che si tratta di crimini contro l’umanità», ha dichiarato Mohamed Auajjar, che ha presieduto il gruppo di lavoro composto dagli esperti di diritti umani Chaloka Beyani e Tracy Robinson.
«Tutte le parti in conflitto, compresi Stati terzi, combattenti stranieri e mercenari, hanno violato il diritto internazionale umanitario, in particolare i principi di proporzionalità e distinzione, e alcune hanno anche commesso crimini di guerra», ha proseguito Auajjar.
La Missione è stata istituita dopo che, il 22 giugno 2020, l’Ohchr aveva adottato la risoluzione 43/39 con cui si chiedeva l’istituzione di una commissione di inchiesta per la durata di un anno da inviare in Libia per definire il comportamento assunto dalle varie parti coinvolte nel conflitto armato a partire dal 2016 … leggi tutto