E se si votasse con il sistema elettorale spagnolo? (youtrend.it)

di Salvatore Borghese –  Matteo CavallaroGiovanni FortiAlessio Vernetti

Simulazione YouTrend: cosa accadrebbe se si andasse 
al voto dopo il taglio dei parlamentari e con il 
sistema elettorale vigente in Spagna?
Il dibattito sulla legge elettorale non si è mai del tutto sopito nel nostro Paese: non a caso in queste settimane le forze politiche stanno cercando di trovare un accordo su un nuovo sistema di voto che vada oltre il Rosatellum. Tra le varie proposte emerse, c’è stata anche quella di adottare un sistema elettorale simile a quello della Spagna.
Ma come funziona questo sistema elettorale, con cui gli elettori spagnoli hanno peraltro votato poco più di un mese fa? Si tratta di un sistema di impianto proporzionale, ma con dei correttivi che mirano da un lato a ridurre la frammentazione, penalizzando i partiti più piccoli (tranne quelli regionalisti, ben radicati nelle rispettive Comunità Autonome), dall’altro a premiare, sovra-rappresentandoli, i partiti maggiori.
I seggi del Congreso de los Diputados, infatti, non sono assegnati su base nazionale, ma in ciascuna delle 50 province (più le due città autonome di Ceuta e Melilla) nelle quali si elegge – in proporzione ai cittadini residenti – un numero piuttosto basso di deputati (in media, poco meno di 7): questo fa sì che la soglia di sbarramento legale (pari al 3%) sia di fatto inutile nella gran parte delle province meno popolose, dove esiste uno sbarramento implicito ben più alto come risultato del numero ridotto di seggi in palio … leggi tutto

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